19 aprile 2021

Istat: cresce la povertà assoluta e diminuisce la spesa per i consumi

L’Istituto nazionale di statistica diffonde le stime preliminari della povertà assoluta insieme alle stime preliminari delle spese per i consumi delle famiglie. Le stime definitive saranno rese disponibili, rispettivamente, il 16 e il 9 giugno 2021 e perciò i dati sono possibili di modifiche, ma già ora delineano un quadro chiaro delle conseguenze che la grave crisi economica, dovuta all’emergenza sanitaria per Covid-19, ha determinato sulla vita delle famiglie nel corso del 2020.

La povertà assoluta torna a crescere e arriva a toccare il valore più elevato dal 2005 e nell’anno della pandemia si azzerano tutti i miglioramenti registrati nel 2019.

I dati dell’indagine sulle spese per i consumi delle famiglie sono alla base degli indicatori di povertà assoluta, sappiamo infatti che, le famiglie sono classificate come povere se hanno una spesa mensile pari o inferiore a una soglia minima corrispondente all’acquisto di un paniere di beni e servizi considerato essenziale per uno standard di vita minimamente accettabile.

Sulla base degli ultimi dati nazionali Istat la spesa finale interna è stata caratterizzata da un crollo del 12,3 per cento nel 2020 e si tratta del calo più accentuato dal 1997, precisamente siamo tornati indietro di ben 24 anni.
La pandemia da covid-19 e le conseguenti restrizioni adottate per limitarne il contagio, hanno provocato una perdita economica in ogni settore, eccetto uno, quello alimentare. Le stime, infatti, dimostrano che è stato l’unico settore ad aver avuto una leggera mutazione positiva rispetto al 2019.

È importante sottolineare che la stima preliminare sulla spesa media mensile delle famiglie indicata dall’Istituto, in Italia, nel 2020 corrisponde a 2.328 euro mensili con una variazione pari a 1.900 euro per il Meridione. Nel corso dello stesso anno le spese per i consumi, secondo quanto riportato, hanno seguito un andamento fortemente condizionato dalle restrizioni applicate dal Governo, che sono state successivamente ridotte sulla base dell’andamento della curva epidemiologica, infatti, il calo complessivo è stato corrispondente al -4,7% nel primo trimestre, -17,4% nel secondo, -4,5% nel terzo e -9,5% nel quarto trimestre.

Le spese che risultano rimanere invariate rispetto al 2019 corrispondono alle spese per Alimentari e bevande analcoliche, e alle spese per Abitazione (acqua, elettricità e altri combustibili, manutenzione ordinaria e straordinaria), diversamente si è verificato un forte calo per tutte le altre spese: servizi ricettivi e ristorazione, ricreazione, spettacoli e cultura, trasporti, abbigliamento e calzature. Tutte queste variazioni hanno provocato una modifica nella composizione complessiva per consumi delle famiglie, difatti le spese per alimentari e abitazione sono arrivate a rappresentare il 58,4% del totale.

Nonostante la situazione attuale, è possibile in questo scenario rendere noto che l’aumento delle prestazioni sociali ha contribuito al sostenimento del reddito disponibile nonostante il forte impatto della crisi.
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