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La pandemia ha avuto in tutto il mondo un costo altissimo in termini di vite umane, il suo contenimento ha richiesto restrizioni alle libertà individuali e ha condizionato in modo profondo la vita di tutti. Con queste parole il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, presenta le Considerazioni finali in occasione della pubblicazione della Relazione annuale sul 2020.
Per molti, l’emergenza sanitaria, ha determinato la perdita dell’occupazione, ha modificato i rapporti interpersonali, le modalità di studio, di produzione e lavoro, e di impiego del tempo libero. Sul piano economico la recessione che ne è conseguita è la più grave dalla fine del secondo conflitto mondiale. Secondo il Governatore in molti paesi si procede gradualmente verso l’uscita dall’emergenza sanitaria, grazie in particolar modo agli sforzi straordinari della comunità scientifica nello sviluppo dei vaccini e nel trattamento della malattia.
I progressi dovranno riguardare tutti i paesi, è questa la condizione primaria affinché possa esserci un’uscita sicura e definitiva dalla pandemia, tanto sul piano economico, quanto su quello sociale. Nella risposta delle politiche economiche deve continuare a esserci coordinazione e coerenza, e le misure di sostegno alle imprese e alle famiglie dovranno essere ritirate con gradualità e solo quando il miglioramento del quadro congiunturale si sarà sufficientemente consolidato e l’incertezza significativamente ridotta.
L’attività economica è ancora frenata dal perdurare dell’emergenza sanitaria e dall’incertezza sulla domanda di consumo ma la crescita del prodotto interno lordo, secondo quanto esposto, dovrebbe riprendere nella seconda parte del 2021 superando il 4% nella media del biennio 2021-2022, rammentiamo che nel 2020 la caduta è stata pari al 6,6%. Come abbiamo già avuto modo di vedere, nel 2020 i consumi delle famiglie italiane si sono ridotti e la quota di reddito destinata al risparmio ha superato il 15% del Prodotto interno lordo. La contrazione della spesa è stata significativa anche per le famiglie che dichiarano di non avere difficoltà economiche.
L’importanza del lavoro è ben nota, esso ricopre un ruolo fondamentale nella vita di un individuo e condiziona il benessere economico e psico-fisico, in poche parole viene definito come un’opportunità di indipendenza, di libertà. Per tale motivo, in uno scenario particolarmente segnato da una crisi economica e sociale diventa necessario mantenere il sostegno nei confronti del soggetto che ha perso o perderà la propria attività lavorativa. Il primo uomo della Banca d’Italia avverte al bisogno di dover essere preparati ai cambiamenti per rispondere agli eventi e agli sviluppi inattesi, la pandemia è stato proprio questo, un evento inatteso che ha sconvolto le vite di tutti.
In relazione a quanto appena esposto, l’attenzione viene riportata sul sistema produttivo italiano, il quale ha affrontato la crisi attuale in condizioni migliori rispetto alla precedente crisi finanziaria globale. Tuttavia, il Covid ha provocato una drastica riduzione della produzione e dei ricavi, con squilibri di bilancio per le imprese più colpite dalle restrizioni alle attività, aggravando le condizioni di quelle già fragili prima della pandemia.
L’osservazione fa emergere la visione in cui Stato e mercato non devono essere contrapposti ma complementari, in quanto, una sana economia ha bisogno di entrambi: di buone regole, servizi pubblici di qualità, e interventi in aree in cui i rendimenti sociali sono alti ma l’attività privata è insufficiente, così come di imprese dinamiche e innovative, in grado di valorizzare il lavoro ed essere premiate per la qualità della loro produzione.
Particolare attenzione è rivolta al programma NGEU, il quale offre la possibilità di migliorare il funzionamento dell’apparato pubblico e stimolare l’iniziativa privata, e contemporaneamente la modernizzazione dell’economia. Le opportunità che il nostro Paese potrà offrire alle nuove generazioni dipenderanno dal successo delle riforme e degli interventi presenti nel Piano di Ripresa e di Resilienza.