5 maggio 2021

Nel 2020 Amazon fattura 44 miliardi in Europa, ma le tasse pagate corrispondono a zero

L’anno della pandemia è stato caratterizzato dall’incremento degli acquisti online e, sicuramente, Amazon rientra tra le società che hanno maggiormente beneficiato di questa nuova abitudine di acquisto. Il colosso dell’e-commerce, nel 2020, in Europa ha fatturato 44 miliardi di euro, ma, ciò che attira l’attenzione è che non è stato versato alcun centesimo al fisco del Lussemburgo, sede europea della multinazionale.

Il bilancio di Amazon, inerente all’anno 2020, rispecchia un fatturato pari a 44 miliardi di euro in Europa. Alla sua sede europea, corrispondono le vendite effettuate in otto Paesi: Francia, Germania, Italia, Olanda, Polonia, Spagna e Svezia.

Come si è potuto notare, rispetto al 2019, la società di Jeff Besoz ha incrementato i ricavi di 12 miliardi di euro, ma, allo stesso tempo, ha presentato delle perdite corrispondenti a 1,2 miliardi.

La dichiarazione di queste perdite garantirebbe alla società un credito di imposta pari a 56 milioni di euro e ciò comporterebbe, insieme ad accordi riguardanti altri sconti fiscali, il non pagamento di tasse alle casse del Fisco del Granducato di Lussemburgo.

In un quadro generale, il credito di imposta non è altro che un beneficio fiscale a vantaggio del contribuente (soggetto pagante le imposte e i tributi stabili dalla Legge) nei confronti delle casse dello Stato. Questo credito può essere utilizzato per compensare eventuali debiti o per il pagamento di eventuali imposte dovute. Per tale motivo, il riconoscimento di un credito di imposta pari a 56 milioni di euro, sulla base della perdita dichiarata, sembra rappresentare un vantaggio per la multinazionale.

In riferimento a quanto sopra riportato, è importante ricordare che nel 2017 l’Antitrust comunitario (Legislazione antimonopolistica che tutela la concorrenza sui mercati economici), in seguito a una indagine, ha chiesto al Granducato di recuperare il vantaggio fiscale pari a 250milioni di euro, concesso illecitamente dal Paese alla società. Ma, secondo quanto dimostrato, sia la società che il Granducato sembrano opporre resistenza a questa decisione.

In una nota, Amazon, ha reso pubblica la sua posizione, dichiarando esplicitamente che tutte le tasse richieste dai Paesi in cui opera, vengono correttamente pagate. Inoltre, ha sottolineato che, l’imposta sulle società si basa sui profitti e non sui ricavi, e nel suo caso, i notevoli investimenti hanno mantenuto bassi i profitti.

In materia di fiscalità, l’Unione Europea cerca di combattere determinate politiche fiscali, lavorando contemporaneamente contro le frodi, e per tale motivo sembra stia discutendo l’applicazione di una tassa minima per ogni multinazionale.
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