26 gennaio 2024

Per Moody’s sono 19 milioni le società di comodo in tutto il mondo

Un’analisi globale dello “Shell Company Indicator” ha passato al setaccio ben 472 milioni fra aziende e società in tutto il mondo. Record di segnalazioni per il Regno Unito, ma anche l’Italia non è messa bene

Autore: Germano Longo
Così come accade all’inizio di ogni estate, quando per indicare i tratti di mare più puliti si usano per convenzione le “bandiere blu”, l’agenzia americana specializzata in analisi commerciali “Moody’s”, per segnalare società sospette preferisce le “red flags”, le bandierine rosse, e nell’ultimo report, lo “Shell Company Indicator” di Moody’s ne ha messe insieme ben 21 milioni in tutto il mondo che fanno capo ad altrettante società di comodo potenzialmente utilizzabili per frodi, evasione, riciclaggio di denaro e reati finanziari.

Lo scorso novembre, lo studio ha analizzato circa 472 milioni di società, e il titolo di Paese con il maggior numero di casi sospetti spetta al Regno Unito, con quasi 5 milioni di bandierine rosse, mentre sono oltre 1,25 milioni quelle che riguardano società registrate negli Stati Uniti su cui risultano anomalie finanziarie. Panama, come da tradizione, è un punto nevralgico in materia, con il 47% delle società messe sotto stretta osservazione, anche se il numero è diminuito della metà dopo i “Panama Papers”, l’inchiesta dai risvolti internazionali.

Tra i 472 milioni di società analizzate, circa 19 milioni sono state bollate con bandierina rossa e più di 900mila si sono guadagnate la doppia segnalazione. Come accennato, a svettare con quasi 5 milioni di bandiere è il Regno Unito, che supera di gran lunga qualsiasi altro Paese al mondo per numero di società di comodo a rischio grazie all’estrema facilità concessa per costituirne una: la procedura richiede la nomina di una persona reale di età pari o superiore ai 16 anni, e che l’indirizzo della sede legale non possa essere rappresentata da una casella postale. Tutto qui.

Ma anche l’Italia, insieme alla Spagna, non ne esce affatto bene, entrando nella top 20 dei Paesi per un numero di segnalazioni su shell companies che supera quota 600mila.

Secondo Nicola Passariello, Director di Moody’s Analytics, “L’indicatore Shell Company evidenzia un livello di preoccupazione significativo nel nostro Paese, in particolare per quanto riguarda le anomalie finanziarie, la posizione dirigenziale e le caratteristiche chiave della proprietà come l'età. Il paese è alle prese con una notevole trasformazione della criminalità organizzata, in particolare dopo l'era del Covid, poiché si infiltra nell'economia legittima. L'uso diffuso di società di comodo, esemplificato da casi come l'emissione di fatture false, aggiunge complessità a queste sfide”.

Fra i settori che attirano il maggior numero di società “farlocche” non ha rivali quello dei servizi alle imprese, con circa 3,6 milioni di bandierine, seguono il commercio all'ingrosso (1,5 milioni) e quello al dettaglio (1,4 milioni). “Per più di 2.200 società, tanto per fare qualche esempio, risultano amministratori con età media di 123 anni, nonostante l’uomo più anziano di cui si abbia notizia è passato a miglior vita a 122 anni - commenta Richard Graham, direttore di Moody's Analytics – c’è addirittura il caso dell’AD di un’azienda quotata in borsa con 942 anni di età, quindi nato addirittura nell’XI secolo. Ma l’amministrazione atipica è solo uno dei sette comportamenti chiave evidenziati nella ricerca, tra cui il volume di attività del tutto inesistente. Ci sono anche migliaia di titolari d’azienda di età inferiore ai cinque anni e ben 22.000 entità con indirizzo registrato presso le piramidi d’Egitto, così come un solo individuo risulta abbia 5.751 ruoli in 2.883 società diverse e un indirizzo in Sudafrica sia la sede legale di circa 61.000 aziende”.

In un’epoca in cui la proprietà aziendale globale è un Risiko assai complicato, le autorità stanno promuovendo nuove leggi sulla trasparenza che mirano a colpire l’uso illegale delle società di comodo, come l’ATAD III in Europa, l’Economic Crime and Corporate Transparency Act nel Regno Unito e il Corporate Transparency Act degli Stati Uniti. Tuttavia, con 1.600 miliardi di dollari riciclati ogni anno, il fenomeno è tutt’altro che vicino alla soluzione.

“Il nostro obiettivo è quello di sfruttare i dati e le analisi globali per fornire alle organizzazioni di tutto il mondo - tra cui banche, assicurazioni, aziende e settori governativi – una mappa senza precedenti di reti nascoste ad arte in società di comodo con ramificazioni in ogni angolo del pianeta. Individuando queste discrepanze, possiamo fornire a investigatori e analisti gli strumenti per indagare meglio sulle frodi e dare un volto ai beneficiari dei reati finanziari”.
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