Prendete il numero 2, ruotatelo su sé stesso, verso sinistra, di 180° e osservate cosa appare: la cifra capovolta, a specchio con quella originaria, forma chiaramente il disegno di un cuore, con due code.
Non si tratta di un gioco né di una tecnica grafica; è piuttosto una delle tante felici intuizioni che ha accompagnato un percorso creativo da cui è venuto alla luce un qualcosa di nuovo – un marchio - proprio mentre tutto intorno era buio e stasi. E la sua storia vuole essere d’esempio e di sprone a quanti, sfidando le insidie d’un periodo faticoso ed incerto, hanno deciso di ribaltare – proprio come quel 2 che genera una figura nuova - una condizione di difficoltà generalizzata trasformandola, nel loro piccolo, in una personale occasione.
Il marchio “2diCuori” è difatti nato proprio così, durante la lunga parentesi di incertezza, inerzia e paura del primo lockdown, quando Raffaella e Clara, madre e figlia - tenute lontane fino ad allora da un diverso indirizzo anagrafico che, in qualche misura, col tempo, aveva forse acuito anche la loro distanza generazionale - si sono ritrovate.
Dapprima è stato solo un ricongiungersi sotto un unico tetto, per beffare quella estrema solitudine altrimenti imposta da norme inconsuete; poi, alla quotidiana condivisione di misure numeriche di giorni e notti, ha cominciato ad aggiungersi quella più intima d’un legame che aveva bisogno del medicamento riparatore d’un altro tipo di vicinanza, fatta di pensieri, discorsi, complicità dimenticata. E, dunque, poco alla volta, da un “viaggio” sia iniziatico che di reciproca riscoperta, è andata modellandosi un’idea: dar vita ad un progetto comune che potesse sugellare la ritrovata armonia tra i loro… due cuori.
L’impresa di una impresa.
Un passo alla volta quell’idea ha cominciato ad assumere concretezza, è divenuta la loro creatura, plasmata in una sorta di maternità congiunta cui ciascuna ha dato il proprio contributo genetico di esperienza, creatività, coraggio, determinazione.
A Raffaella – fantasiosa e pratica (come suggeriscono le caratteristiche del suo segno zodiacale), ma soprattutto tenace (come spesso sanno essere le donne del Sud, specie quelle sbalzate lontano dal triangolo della loro grande isola) – è sembrata l’occasione giusta per portare a compimento un vecchio proposito rimasto claudicante: quello di reinventarsi, di lasciarsi alle spalle il suo statico lavoro di traduttrice - finito, peraltro, proprio all’inizio della pandemia – e di investire i suoi risparmi in qualcosa per cui davvero valesse la pena battersi, per ritrovarsi e per ritrovare Clara, riprendendo a camminare con lei da dove troppo presto le loro strade si erano divise.
Il comune amore per la bellezza e la moda si è così tradotto nella creazione di una linea di capi non impegnativi – anzi, piuttosto quotidiani, come una t-shirt – conditi tuttavia con una sapiente mescolanza di genio, femminilità e sapere.
È nato così il paradigma - fresco e a tratti anche irriverente – d’un prodotto pioniere d’una nuova tendenza, che l’entusiasmo dei ventitré anni di Clara ha approvato e assecondato. Giorno dopo giorno, dettaglio su dettaglio, disegni, colori, parole hanno dunque preso forma.
Fare squadra è risultato determinante; grazie alle sue - altrettanto creative - conoscenze, Raffaella è riuscita a selezionare i padrini della sua creatura: un gruppo di amici, professionisti di vari settori, che, proprio come accade nella trama d’una tessitura, hanno apportato altri fili (competenze specifiche nel campo della grafica e del marketing, oltre che cognizioni di aspetti legali, cavilli burocratici e valutazioni contabili che hanno sempre una gran parte in ogni nascente impresa) risultati determinanti al suo ordito.
Soprattutto, anche loro hanno prestato cuore, mente e braccia a quel progetto affinché, oltre al “due di cuori”, anche tutte le “altre carte” fossero in regola per vincere la partita.
Le Grazie e Paolina Borghese di Canova, la Venere botticelliana, la Medusa di Caravaggio, ed altre emblematiche figure reinterpretate in una simbologia che rimanda ai supremi canoni di grazia, indipendenza e caparbietà si sono spogliate e rivestire per l’occasione, diventando le icone di quei capi speciali, attraverso cui si è inteso far parlare in modo del tutto originale l’arte e la letteratura.
Ad ognuno dei volti o dei disegni rimodernati impressi sulla 2diCuori-shirt è stata infatti associata una breve citazione letteraria che, pur mantenendo integra la propria autenticità, abbinata in tal modo è servita per veicolare un diverso messaggio, estremamente attuale e concreto: “Giorno verrà, tornerà il giorno…” recita per esempio la frase che accompagna l’abbraccio delle tre Grazie, a sottolineare quel gesto gentile ed amoroso di cui la pandemia ci ha privato.
Eccola la metafora del numero ribaltato: ogni cosa, vecchia e nuova, ed ogni espressione della comune realtà possono essere altrimenti reinterpretate.
Questo sembra voler dire la felice intuizione di Raffella e Clara, e il loro è dunque un chiaro invito ad andare oltre, a superare il contingente, provando a cogliere qualcosa di nuovo e diverso in ciò che abbiamo davanti e che la nostra innata ed ostinata cecità ci impediscono di vedere.
Ed è, il loro, un esempio efficace di resilienza, un messaggio positivo e benaugurante in un tempo di crisi che ha amplificato la tendenza alla resa, perché, in fin dei conti, davanti ad una scelta o ad una nuova impresa contornate da mille dubbi e timori, vale sempre la pena di tentare: peggio del fallimento c’è il rimpianto di non averci provato.
Ad maiora, amica mia!