16 aprile 2021

Rapporto MCC-SVIMEZ: effetti della pandemia e misure ingenti a favore delle imprese

Autore: Redazione Fiscal Focus
La pandemia esplosa nel 2020 ha determinato un insolito calo dell’attività produttiva, questo è un dato di fatto. Tra le azioni messe in atto per contrastare la negatività degli effetti economici dell’emergenza sanitaria, particolare rilievo hanno avuto le misure per favorire l’accesso al credito e sostenere la liquidità del sistema economico.

Il Fondo di garanzia per le PMI è stato rifinanziato e potenziato con l’obiettivo di non interrompere l’accesso al credito delle imprese e di evitare che le difficoltà da esse incontrate si ripercuotessero sul sistema bancario sottoforma di crediti deteriorati. Le risorse aggiuntive a tale Fondo sono state apportate dai decreti-legge 17 marzo 2020, n.18 “cura Italia” (convertito nella legge 24 aprile 2020, n.27), 8 aprile 2020, n. 23 “Liquidità” (convertito nella legge 5 giugno 2020, n.40) e 19 maggio 2020, n. 34 “Rilancio” (convertito nella legge 5 giugno 2020, n.40). La semplificazione delle procedure di accesso, l’incremento delle coperture di garanzia e l’ampliamento della quantità dei beneficiari fanno riferimento principalmente al decreto “Liquidità”.

Il colpo dell’emergenza sanitaria è stato accusato a livello mondiale in tutto il 2020, e continua a caratterizzare anche l’anno attuale. La caduta della produttività trova la propria ragione anche e soprattutto a seguito delle varie misure restrittive che sono state adottate per diminuire il contagio.

Le misure adottate hanno riscosso un notevole successo, in quanto, offrono una garanzia statale, parziale o totale, sul finanziamento richiesto dalle imprese al sistema creditizio. Il Rapporto elaborato da Mediocredito Centrale, gestore del Fondo di Garanzia per le PMI, e da SVIMEZ, Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno, ha fornito un quadro generale e di confronto.

Il Rapporto evidenzia come il Fondo di Garanzia per le PMI tra marzo 2020 e metà aprile 2021 ha visto aumentare di dieci volte rispetto all’anno 2019 le richieste di garanzia accolte, che nel dettaglio corrispondono circa a un milione e 860mila, per un ammontare di 153 miliardi.
Le risorse utilizzate, oltre ad essere ingenti, hanno il pregio di non impattare nell’immediato sul rapporto debito pubblico/PIL. Tale impatto è determinato dal rischio di escussione delle stesse, quindi dalla qualità del credito valutata inizialmente. La valutazione del credito viene effettuata dal Microcredito Centrale calcolando la perdita attesa derivante dalla mancata restituzione dei prestiti; sulla base di ciò, viene determinata la quantità di coperture che occorrerà predisporre per soddisfare l’escussione delle garanzie da parte delle banche. La grandezza di queste coperture determina l’impatto sul debito pubblico.

Con l’utilizzo della tassonomia del documento G30, e in seguito a un’analisi dei bilanci, il Rapporto riporta la classificazione in cinque insiemi, rispettivamente da un primo gruppo contenente le imprese con redditività buona, grande efficienza sul piano operativo, una buona leva finanziaria e un facile accesso ai finanziamenti, a un quinto gruppo riferito alle imprese con bassa redditività, modesta efficienza operativa, basso grado di autonomia finanziaria e liquidità minima. Precisamente si sottolinea che, rispetto al 2018, i gruppi intermedi perdono più di 67mila imprese, mentre il gruppo con redditività più bassa si accresce di 56mila unità. Tale classificazione si è sviluppata in seguito a un esercizio che ha visto la proiezione dei risultati conseguiti da un gruppo di imprese in contabilità ordinaria che hanno fatto ricorso ai finanziamenti garantiti da Mediocredito Centrale, e i risultati emersi sottolineano un particolare scenario:
  • i ricavi delle vendite e delle prestazioni scendono del 9,47%;
  • il valore aggiunto diminuisce del 14,28%;
  • il Margine Operativo Lordo cala del 24,69%;
  • il Reddito Operativo scende del 35,87%;
  • l’utile o la perdita di esercizio crolla del 72,70%;
  • il totale delle attività diminuisce del 6,00%.

Tali dati evidenziano quanto la Pandemia abbia avuto un effetto devastante sui bilanci delle imprese e conseguentemente sulla necessità delle misure introdotte. La sfida attuale è quella di individuare strumenti di supporto e di equità soprattutto per il rafforzamento delle imprese, in modo da evitare altre ripercussioni negative.

Luca Bianchi, direttore della Svimez, evidenzia come buona parte delle imprese, da lui stesso definite “imprese zombie” sono concentrate nel settore del terziario, nel settore tessile e dell’abbigliamento, e nel settore della meccanica. Ritiene importante l’utilizzo di interventi di supporto, dato il forte impatto pandemico e la diversa dinamica attesa del fatturato che incide sulla possibilità o meno di ripresa per un’attività.
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