26 aprile 2024

Report di sostenibilità: nuove direttive e corretta compliance normativa

Il report di sostenibilità è diventato fondamentale per la trasparenza aziendale. La direttiva Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha esteso l'obbligo di presentare un bilancio di sostenibilità a un numero maggiore di aziende. A partire da gennaio 2024, tutte le aziende con oltre 250 dipendenti, un fatturato superiore a 20 milioni di euro e un bilancio annuo di almeno 40 milioni devono effettuare la rendicontazione di sostenibilità.
La CSRD rafforza anche le regole sulla divulgazione delle informazioni ambientali e sociali, richiedendo alle aziende di adeguare le informazioni ai nuovi standard ESRS. L'obiettivo è integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali e rendere il reporting più ampio, dettagliato e comparabile a livello internazionale.

Benefici del report di sostenibilità per le aziende

I report di sostenibilità rappresentano uno strumento fondamentale per le aziende moderne, offrendo vantaggi significativi sia sotto il profilo della gestione interna che dell’immagine corporativa.
Ecco alcuni vantaggi dell’implementazione del report di sostenibilità:
  • Miglioramento della reputazione e della trasparenza: la redazione di un bilancio di sostenibilità eleva la percezione esterna del valore dell'organizzazione. Questo è particolarmente valorizzato dai consumatori "purpose-driven", che preferiscono prodotti e servizi di aziende con un forte impegno per lo sviluppo sostenibile.
  • Differenziazione sul mercato: pubblicare un bilancio di sostenibilità può consolidare la posizione dell'azienda sul mercato e aprire nuove opportunità di business.
  • Attrazione e ritenzione dei talenti: sempre più professionisti cercano impiego in organizzazioni che dimostrano un reale impegno verso lo sviluppo sostenibile.
  • Miglioramento della gestione dei rischi: il bilancio di sostenibilità aiuta a identificare gli impatti dell'azienda e fornisce informazioni chiare sulla sua posizione e sulle pratiche adottate.
  • Riduzione dei costi operativi: l'adozione di pratiche sostenibili può portare a una riduzione dei costi nel lungo termine.
  • Aumento della resilienza aziendale: contribuisce a rendere l'azienda più resiliente ai cambiamenti economici, sociali e ambientali.
  • Conformità normativa: adottare una gestione responsabile consente di rispettare le normative ambientali e sociali, riducendo il rischio di sanzioni legali.
  • Accesso a finanziamenti sostenibili: molte istituzioni di credito richiedono un impegno concreto verso lo sviluppo sostenibile per concedere finanziamenti.

Questi vantaggi mostrano come un impegno serio verso la sostenibilità possa non solo rispondere alle aspettative sociali ma anche generare significativi benefici economici e operativi.

Obiettivi della CSRD

La Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) mira a rafforzare e modernizzare i criteri di rendicontazione sulla sostenibilità sociale ed ambientale per le aziende all'interno dell'Unione Europea. L'introduzione della CSRD segna un passo decisivo verso una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale. Così si pongono le basi per una valutazione più accurata dell'impatto delle aziende su persone e ambiente.

Gli obiettivi principali della CSRD comprendono:
  • Estensione dell'obbligo di rendicontazione: la CSRD estende i requisiti di rendicontazione non finanziaria a una platea più ampia di aziende. Sono comprese le PMI quotate e alcune aziende non UE che operano significativamente all'interno del mercato UE.
  • Miglioramento della qualità dei dati: la direttiva punta a migliorare la qualità, la comparabilità e la coerenza delle informazioni riportate, garantendo che le informazioni siano affidabili e facilmente accessibili per tutti gli stakeholder, inclusi investitori e consumatori.
  • Supporto alla strategia del Green Deal europeo: l'obiettivo è supportare gli sforzi dell'UE per una transizione verso un'economia sostenibile, aiutando le aziende a identificare e gestire meglio i rischi legati al clima e ad altri fattori di sostenibilità.
  • Promozione di una maggiore integrazione dei fattori ESG: attraverso l'adozione degli European Sustainability Reporting Standards (ESRS), la CSRD intende integrare più efficacemente le questioni ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle strategie aziendali​.

Questi obiettivi riflettono l'impegno dell'UE a rendere le pratiche aziendali più sostenibili e trasparenti, creando un ambiente dove il progresso economico va di pari passo con la responsabilità sociale ed ambientale.

Impatto della CSRD sulle pratiche di reporting delle aziende

L'introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha un impatto significativo sulle pratiche di reporting delle aziende all'interno dell'UE, portando con sé una serie di cambiamenti cruciali e obblighi rinnovati. Le nuove regole, in vigore dal gennaio 2023, estendono l'obbligo di reporting di sostenibilità a un insieme più ampio di aziende, incluse le PMI quotate e alcune aziende non UE che realizzano significativi ricavi nel mercato UE. Questo incremento nell'ambito di applicazione mira a una maggiore trasparenza e responsabilità aziendale.
In primo luogo, le aziende sono ora tenute a fornire informazioni dettagliate non solo sugli aspetti finanziari ma anche su quelli sociali ed ambientali delle loro operazioni. Ciò include la divulgazione di informazioni relative all'impatto delle attività aziendali sulle persone e l'ambiente, e come queste influenzano i rischi e le opportunità finanziarie legate al cambiamento climatico e ad altre questioni di sostenibilità​.

In secondo luogo, la CSRD introduce la necessità di una valutazione di "doppia materialità", obbligando le aziende a considerare sia l'impatto delle loro operazioni su questioni di sostenibilità sia l'impatto di tali questioni sulle finanze aziendali. Questo approccio a doppia faccia è essenziale per una comprensione completa e accurata dell'intersezione tra sostenibilità e performance finanziaria​.

Infine, la CSRD richiede che le informazioni di sostenibilità riportate siano verificate da una terza parte, garantendo così l'affidabilità e la precisione delle informazioni pubblicate. Inizialmente, le aziende sono tenute a ottenere una "assicurazione limitata" sulle informazioni riportate, ma è previsto un incremento graduale delle esigenze di assicurazione nel tempo​​.
Questi cambiamenti mirano a far sì che gli stakeholder abbiano più fiducia nelle pratiche di sostenibilità delle aziende. Questo avviene migliorando la qualità e la comparabilità delle informazioni disponibili. Inoltre, si promuove un impegno più forte verso operazioni sostenibili nel lungo termine.

Standard di Rendicontazione della Sostenibilità: caratteristiche ed elementi chiave

Gli European Sustainability Reporting Standards (ESRS) sono composti da due standard trasversali e dieci standard tematici che coprono una vasta gamma di questioni ESG.
I due standard trasversali sono ESRS 1, che stabilisce i principi generali per la segnalazione e la divulgazione del bilancio di sostenibilità, e ESRS 2, che richiede alle aziende di comunicare le informazioni generali, strategia, governance e valutazione degli impatti. Gli standard ambientali includono ESRS E1 per i cambiamenti climatici, ESRS E2 per l'inquinamento, ESRS E3 per le acque e le risorse marine, ESRS E4 per la biodiversità ed ecosistemi, e ESRS E5 per l'uso delle risorse ed economia circolare.

Gli standard per le tematiche sociali sono ESRS S1 (forza lavoro), ESRS S2 (lavoratori nella catena del valore), ESRS S3 (comunità interessate) e ESRS S4 (consumatori e utenti finali). Forniscono informazioni sul lavoro, la catena del valore dell’azienda, l'impatto sulle comunità e sui consumatori. E infine, lo standard ESRS G1 - Condotta aziendale che copre pratiche anti-corruzione, anti-concussione, protezione degli informatori, lobbying politico e gestione dei fornitori.
L'obiettivo è fornire agli investitori e agli stakeholder dati affidabili per valutare l'impatto delle attività aziendali sulla società e sull'ambiente. La loro adozione mira anche a integrare gli standard globali, come quelli del Global Reporting Initiative (GRI) e del International Sustainability Standards Board (ISSB), per facilitare una maggiore interoperabilità e ridurre la duplicazione degli sforzi di reporting.
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