12 marzo 2024

Scontrini, multe, ricevute di pagamenti, bollette, atti: per quanto tempo è utile conservarli?

Autore: Antonio Tursi

Ognuno di noi, di sicuro, ha cartelle, buste, cassetti e scrivanie piene di documenti, scontrini, ricevute, bollette pagate o da pagare che conserviamo alla meno peggio perché sono cose che non amiamo particolarmente, ma per quanto tempo è utile conservare questi documenti?

L’Unione Nazionale Consumatori ha pubblicato una vera e propria guida che ne indica tempi e modalità di conservazione, per non aver problemi, di vario tipo, in futuro, come ad esempio evitare il doppio pagamento, o addirittura delle sanzioni perché non risultano i pagamenti effettuati o gli atti o le dichiarazioni presentate.

Cos’è Unione Nazionale Consumatori – Per chi non lo sapesse l’Unione Nazionale Consumatori APS (UNC) è la prima associazione di consumatori in Italia, riconosciuta dal Codice del Consumo e dalla Commissione Europea. È componente del CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori e Utenti) presso il Ministero dello Sviluppo Economico ed è riconosciuta come “organizzazione di promozione sociale” nell’elenco del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. UNC è un’associazione indipendente da partiti politici e sindacati e non intrattiene relazioni commerciali con aziende di produzione e distribuzione di prodotti e servizi. Ogni iniziativa è svolta con finalità informativa ed educativa a beneficio dei consumatori. Per tanto, svisceriamo questa guida da loro elaborata, per trarne preziosi consigli su tempi di conservazione dei documenti caso per caso.

Tempi di conservazione dei documenti e delle ricevute di pagamento – Vi consigliamo di conservare almeno per 6 mesi le ricevute delle strutture turistiche, infatti questo è il tempo massimo in cui possono chiederci il pagamento dei servizi che non risultano pagati.

Le ricevute delle spedizioni invece dobbiamo conservarle da 12 a 18 mesi.

Per quel che riguarda le ricevute delle rette e mense scolastiche, iscrizioni a corsi, palestre, assicurazioni dobbiamo conservarle per un minimo di 1 anno ma se le abbiamo inserite nelle detrazioni della dichiarazione dei redditi siamo costretti a conservarle per 5 anni.

Gli scontrini di acquisti vari sarebbe meglio conservarli per almeno 2 anni per mantenere la garanzia, ma se riguardano la spesa per farmaci, e sono state detratte nella dichiarazione dei redditi, anche queste dobbiamo conservarle per 5 anni.
Le parcelle dei professionisti come avvocati, medici, dentisti, architetti, ecc. o le ricevute di pagamento delle cambiali vanno conservate per 3 anni.

Per ciò che riguarda il bollo auto la ricevuta di pagamento va conservata almeno per 3 anni, periodo in cui la Regione può contestare il mancato pagamento. In ogni caso la data di riferimento per effettuare il calcolo degli anni è il 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui si è effettuato il versamento.

Per 5 anni in genere vanno conservate tutte le spese inserite nelle detrazioni della dichiarazione dei redditi come le spese per interventi di efficientamento energetico, ristrutturazioni edilizie o acquisti di grandi elettrodomestici, e tutta la documentazione che attesti che si è beneficiari di altri tipi di detrazioni, deduzioni o di un qualsiasi altro sgravio fiscale. Così come le ricevute di pagamento delle rate di un mutuo (il calcolo parte dalla data di scadenza di ogni rata), le spese condominiali, i canoni di locazione, il CUD e CU, le tasse sui rifiuti, ricevute per l’IMU, la TASI, e le multe pagate che vanno conservate sempre per 5 anni anche in caso di vittoria dopo aver fatto ricorso per contestare la sanzione. Per le bollette ordinarie di luce gas e acqua la prescrizione è stata ridotta a 2 anni, ma consigliamo di conservare le ricevute per almeno 5 anni dalla data di scadenza.

Cosa conservare per oltre 5 anni? - Per quanto riguarda la dichiarazione dei redditi dobbiamo sapere che il fisco può effettuare dei controlli sulle nostre dichiarazioni entro un tempo massimo di 7 anni, quindi conviene conservare il Modello UNICO o il 730 per almeno 8 anni. Il calcolo deve partire dal 1° gennaio dell’anno successivo a quello di imposta. Gli estratti conto bancari invece andrebbero conservati per 10 anni.

Le cartelle esattoriali meriterebbero un discorso a parte in quanto la conservazione dell’avvenuto pagamento varia di caso in caso. Ma per IRPEF, IVA, o IRAP le ricevute di pagamento delle cartelle andrebbero conservate per 10 anni, mentre le ricevute di pagamento delle cartelle relative alle imposte locali dovrebbero essere conservate per almeno 5 anni.

Cosa conservare per sempre? -Trattamento particolare va riservato a dei documenti che invece dovrebbero restare con noi per sempre come: atti notarili, rogiti, atti di matrimonio, separazione e divorzio, attestati e diplomi.

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