21 maggio 2025

Truffe online, l’escalation con le carte di pagamento

Truffe online in Italia: giovani e laureati le vittime più colpite, email e SMS i canali preferiti dai truffatori

Autore: Lucia Giampà
Lo scorso anno sono stati oltre 2,9 milioni gli italiani vittime di truffa per un danno economico totale di circa 880 milioni di euro. Dal doppio passaggio della carta sul POS, all’email di pishing che cerca di sottrarre informazioni sensibili di bancomat e carte di credito; sono queste le truffe che si verificano più spesso quando si utilizzano strumenti di pagamento elettronici.

È il quadro che emerge dall’indagine commissionata da Facile.it a mUp Research e Norstat che si occupano di analizzare e interpretare quello che accade nel mondo del consumo tramite dati e strumenti che permettono di condurre ricerche di mercato.

Truffe online: i canali più utilizzati

Tra i canali più utilizzati, in testa alla classifica le false email (38,1% dei casi) seguite dagli SMS (28,4% dei casi). Andando nel dettaglio, in circa un caso su cinque è stato utilizzato un finto sito web, mentre nel 18,7% dei casi un finto call center. Tuttavia, si utilizzano anche dei metodi di comunicazione moderna, tra questi le app di messaggistica istantanea (14,9%) e i social network (13,4%).

Chi sono le vittime?

Inaspettatamente, le vittime di truffe o tentativi di frode nell’ambito delle carte elettroniche non sono le persone anziane ma, al contrario, i consumatori più giovani. Dati alla mano, su una media nazionale del 6,8%, la percentuale raggiunge l’8,5% nella fascia d’età tra i 25 e 34 anni e tocca il 14,1% tra i 18 e i 24 anni.

Un altro dato che fa riflettere è il grado di istruzione delle vittime: gli utenti più colpiti, con un’incidenza pari al più del doppio rispetto alla media, sono laureati.

A livello geografico, invece, l’area più colpita è il Nord Est (7,9%).

La maggior parte delle vittime non denuncia

Le vittime dopo aver realizzato di essere stati truffati scelgono di non denunciare l’accaduto; oltre il 25%. Una scelta legata a diverse motivazioni che spaziano da quelle psicologiche a quelle economiche. Dall’indagine emerge che il 34,3% ha scelto di non denunciare perché il danno economico era basso, mentre è diffusa tra le vittime la rassegnazione di non poter recuperare il denaro perso (22,9%). Ma non solo, il 20% dichiara di non aver sporto denuncia perché si sentiva ingenuo ad essere caduto nella trappola, invece una piccola percentuale non voleva che i familiari venissero a conoscenza di quanto accaduto (14,3%).
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