27 luglio 2021

Un italiano su tre non sopporta i vicini di casa

Un sondaggio di “Sara Assicurazioni” mette a nudo le difficoltà dei rapporti con il vicinato: molti si dicono addirittura pronti a cambiare casa, sperando in un vicino migliore

Autore: Redazione Fiscal Focus
“Dio ti salvi da un cattivo vicino e da un principiante di violino”, recita un antico detto popolare del nord Europa, stigmatizzando due delle peggiori piaghe possibili dell’esistenza, perché capaci di colpire nell’intimo più profondo, tra le mura di casa propria, in teoria il nido dove trovare rifugio dalle brutture del mondo esterno.

Tralasciando i suonatori di violino, proporzionalmente non così numerosi, secondo un sondaggio realizzato da “Nextplora” per l’Osservatorio Sara Assicurazioni, le difficoltà con il vicinato sono una costante dei nostri centri, tanto urbani quanto extraurbani. Per chi ama le cifre, un italiano su tre non sopporta il proprio vicino, e uno su cinque medita addirittura di cambiare casa per lo stesso motivo.

Dati alla mano, il 48% del campione interpellato dichiara di avere un “atteggiamento di sostanziale freddezza o indifferenza verso chi vive nella porta accanto, e non mancano i casi di aperta e continua conflittualità”. Sui motivi, non c’è che l’imbarazzo della scelta: si va dagli schiamazzi ai rumori (57%), dal mancato rispetto delle regole condominiali (52%), al ritardo nel pagamento delle spese di condominio (29%), per arrivare al fastidio arrecato da lavori di ristrutturazione o manutenzione (20%).

C’è anche una parte più ragionevole di italiani convinta che i rapporti di buon vicinato siano necessari, non tanto per questioni di educazione civica, ma per convenienza e utilità reciproca: due occhi in più che sorvegliano la casa quando si è in ferie (46%), un campanello a cui poter suonare in caso di bisogno (23%), o comunque un senso di sicurezza sapendo di non essere soli (24%). E anche se la discussione può capitare, per il 53% degli interpellati la soluzione migliore è sempre trovare un dialogo, con un 21% disposto a lasciar correre e un 5% che, al contrario, sarebbe disposto a mettere in mezzo un avvocato.

Situazioni rese ancora più evidenti durante la pandemia, quando alla faccia dei cartelli “andrà tutto bene” esposti ai balconi, la convivenza forzata ha fatto esplodere liti e contrasti, con un aumento esponenziale delle cause condominiali, che dai due milioni all’anno sono quasi raddoppiate.

“La nostra ricerca ha confermato come il vicinato sia una componente molto importante del contesto abitativo, anche se non sempre i rapporti sono buoni – commenta Marco Brachini, Direttore Marketing, Brand e Customer Relationship di Sara Assicurazioni - a questo proposito esistono polizze che proteggono non solo dal furto, ma anche da molteplici rischi, compresi i danni provocati ai vicini e ai loro beni”.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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