31 ottobre 2025

Cash flow e past due a 30 giorni, il nuovo documento dei Commercialisti

Commercialisti: cash flow e rischio past due a 30 giorni. Indicazioni operative per migliorare merito di credito e accesso al finanziamento

Autore: Redazione Fiscal Focus

Il Consiglio e la Fondazione nazionali dei commercialisti hanno pubblicato oggi il documento “La gestione dei cash flow nella relazione con la banca: gli effetti del past due a 30 giorni”. Curato dalla Commissione Finanza reporting dell’area Finanza aziendale, delegata al Vicepresidente nazionale Antonio Repaci, il lavoro offre a imprese e professionisti una guida pratica per prevenire scaduti, scoperti e sconfini.

Il focus è sul ruolo decisivo dei flussi di cassa nella relazione banca-impresa: una programmazione accurata consente di evitare l’emersione di anomalie che possono compromettere l’accesso a nuova finanza o la revisione/rinnovo degli affidamenti, migliorando nel contempo condizioni e merito di credito.

Perché i 30 giorni contano

Il documento richiama l’attenzione sul “past due” di soli 30 giorni: un limite breve ma capace di incidere negativamente sul merito creditizio e incrinare la relazione con gli intermediari. Tale soglia, richiamata in diverse normative regolamentari, contabili e di vigilanza, è spesso considerata inderogabile, lasciando scarso spazio a valutazioni soggettive da parte delle banche. Evitare lo scaduto - o porvi rimedio con tempestività - diventa quindi essenziale per preservare affidabilità e continuità dei rapporti.

Strumenti operativi: budget rolling e assetti adeguati

I commercialisti sottolineano l’importanza di dotarsi di un budget di cassa scorrevole (rolling), capace di orientare decisioni e interventi correttivi in ottica forward looking. Il richiamo è coerente con gli obblighi per le società non finanziarie: l’art. 2086, comma 2, c.c. impone assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati alla natura e dimensione dell’impresa, anche per la tempestiva rilevazione della crisi e la tutela della continuità aziendale. In parallelo, l’art. 3, comma 3, lett. b) del d.lgs. 14/2019 richiede la verifica costante della sostenibilità dei debiti almeno per i 12 mesi successivi, sostenuta da monitoraggi continui dei flussi di cassa. Queste pratiche, conclude l’elaborato, sono funzionali a evitare o gestire rapidamente lo scaduto e a favorire un rapporto banca-impresa solido, con migliore accesso al credito e condizioni più favorevoli. 

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