Lo stop del Consiglio dei Ministri alla riforma dell’ordinamento professionale dei commercialisti apre un nuovo fronte di riflessione. A esprimersi è Marco Cuchel, presidente dell’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC), che parla di un’occasione mancata ma anche di un punto di ripartenza per una riforma realmente utile alla categoria.
La proposta, respinta il 5 settembre mentre venivano approvate le riforme di avvocati e medici, non convinceva ANC: troppo focalizzata sulle regole elettorali e poco attenta ai problemi concreti di una professione che oggi soffre di precarietà, scarsa attrattività e stratificazione normativa. Nella giornata del 9 settembre è stato pubblicato un comunicato stampa dall’Associazione.
Le critiche al metodo e ai contenuti
Secondo Cuchel, la riforma elaborata dal Consiglio Nazionale dei commercialisti mancava di sostanza, limitandosi a “ritocchi marginali” e a una modifica del sistema elettorale che non riguarda le altre professioni ordinistiche. ANC sottolinea inoltre come il progetto sia stato presentato senza un reale confronto con iscritti e associazioni territoriali: il 90% dei colleghi – denuncia l’associazione – non conosceva il testo della proposta.
Anche il recente comunicato del Consiglio Nazionale, che parlava di “maggioranza assoluta” a sostegno della riforma, viene definito da ANC una rappresentazione parziale, dal momento che diverse realtà territoriali avevano espresso contrarietà e la base non era stata coinvolta.
Un’occasione di ripartenza
Per ANC il rinvio deciso dal Governo non rappresenta una sconfitta, ma l’opportunità di costruire una riforma capace di rafforzare dignità, unità e ruolo dei commercialisti. “Abbiamo bisogno di un ordinamento che riconosca i commercialisti come presidio di legalità e sviluppo economico – ha dichiarato Cuchel – e di strumenti per rendere la professione più attrattiva e sostenibile”.
L’appello finale è rivolto al vertice del Consiglio Nazionale dei commercialisti: “Il presidente è rappresentante di tutti i 120mila iscritti, non di una parte soltanto”. ANC promette di vigilare e avanzare proposte, ribadendo che la professione necessita non di slogan, ma di “verità, ascolto e coesione”.
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