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Nel corso della terza e ultima giornata che ha calato il sipario sul Congresso nazionale dei commercialisti, svoltosi a Genova dal 22 al 24 ottobre, è stata presentata la terza guida operativa “L’Aiuto Intelligenza al Commercialista”, realizzata dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale di ricerca della categoria.
Il documento rappresenta l’ultima tappa di un percorso intrapreso dal Consiglio Nazionale per offrire agli iscritti all’Albo uno strumento pratico che supporti l’introduzione delle nuove tecnologie negli studi professionali.
Nel documento si ripropone il consueto approccio estremamente operativo seguito nei precedenti lavori. Si affrontano le dimensioni strategiche dell’aggregazione professionale, i modelli di governance dell’innovazione, le implicazioni deontologiche e normative, le questioni cruciali della privacy e della protezione dei dati.
L’approccio metodologico che ha guidato il lavoro è stato costantemente orientato alla concretezza operativa. L’obiettivo è quello di offrire alla categoria strumenti immediatamente utilizzabili:
La guida, inoltre, contiene un esempio di clausola contrattuale da inserire nei mandati professionali nel caso in cui il commercialista utilizzi sistemi di intelligenza artificiale nello svolgimento dell’attività intellettuale, come prevede l’articolo 13 della Legge n.132/2025, in vigore dal 10 ottobre.
La recente approvazione della Legge n.132/2025 in materia di intelligenza artificiale costituisce un ulteriore passo verso un’adeguata regolamentazione dell’uso di tale tecnologia, anche nel campo delle professioni intellettuali, nella direzione indicata dall’Unione europea con l’IA Act; queste le parole di Fabrizio Escheri, Consigliere nazionale dei commercialisti delegato a Innovazione e digitalizzazione degli studi professionali e nelle imprese.
Si tratta di un provvedimento che indica la strada da seguire per un utilizzo corretto, trasparente e responsabile dell’intelligenza artificiale al fine di promuoverne la diffusione senza trascurare la necessaria vigilanza sui rischi, economici e sociali, che essa stessa genera; prosegue.
Elemento centrale della recente normativa è l’approccio “antropocentrico” all’uso dell’intelligenza artificiale, spiega Escheri, ossia un’applicazione dell’IA che mantenga la centralità del ruolo umano nel senso sia di attribuire al professionista la responsabilità delle prestazioni, sia di garantire i diritti fondamentali che un utilizzo non controllato della tecnologia possa ledere.