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Nei giorni scorsi l’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili ha diffuso un documento organico con gli onorari consigliati, pensato per orientare la determinazione dei compensi in base a complessità, responsabilità e valore delle prestazioni. Non sono tariffe vincolanti, ma benchmark utili per preventivi trasparenti e coerenti.
Il testo chiarisce che l’abolizione delle tariffe non equivale a svendere il lavoro: il preventivo è obbligatorio (art. 24 Codice deontologico), la personalizzazione è la regola e le attività “invisibili” vanno esplicitate come extra quando eccedono l’ordinario.
Per le partite IVA in regime forfettario, i compensi si parametrano ai componenti positivi: fino a 20.000 euro €500–800; €700–1.000 tra 20.001 e 40.000; €900–1.200 oltre 40.001.
Tra le persone fisiche senza IVA, il 730 “standard” si colloca tra €120–250 (con maggiorazioni per righi/quadri aggiuntivi), mentre il modello Redditi PF adotta scaglioni per reddito.
Per le società di capitali, Redditi SC+IRAP seguono i ricavi: base €700–1.100 (fino a 200.000), fino a €2.800–3.500 (3–5 milioni) e oltre soglia con compenso a discrezione; previste maggiorazioni legate al valore dell’attivo e al consolidato fiscale.
In semplificata il parametro è il numero di fatture/registrazioni: €1.200–1.800 (fino a 100), €1.800–3.500 (101–500), €2.500–4.000 (500–2.000); oltre, a discrezione del professionista. In ordinaria, fino a 500 registrazioni €2.750–4.000, da 500 a 2.000 €4.000–7.000.
La fatturazione elettronica può essere gestita a scaglioni (es. fino a 10 fatture annue €50–150; consulenza iniziale €100–250). Per i forfetari con contabilità periodica: €500–800 (≤50 registrazioni) e €800–1.500 oltre.
Per l’assistenza ai bilanci: micro €700–1.000, abbreviato fino a €2.500, ordinario fino a €6.000; il consolidato va da €5.000 a €20.000.
L’UNGDCEC dedica ampio spazio ai compensi dei sindaci (senza revisione) con un compenso base calcolato su media di attivo e ricavi: per la prima fascia (fino a €2 mln) €3.500–4.900, con progressioni del 10% sugli scaglioni successivi. A ciò si sommano rettifiche qualitative: +50% per Sindaco unico/Presidente; +15% produzione; +10% commercio/servizi; –20% immobiliare/holding; maggiorazioni per partecipazione pubblica, settori regolamentati, pluralità di sedi/magazzini, personale, procedure concorsuali (fino a +100%), rischio continuità e contenziosi.
Nel diritto della crisi, il documento prevede criteri di maggiorazione su attività come transazioni fiscali/contributive (fino al +20%), ripresentazione di piani (fino al +30%) e gestione riorganizzazioni HR (fino al +15%), con ulteriori corrispettivi per attività eventuali (perizie, istanze, esecuzione post-omologa).
Tra le nuove aree, spiccano digitalizzazione (compenso orario €120–180/h o a progetto €1.500–10.000) e AI applicata (fino a €120–250/h; €3.000–15.000 a progetto). In sostenibilità, asseverazione VSME €4.000–8.000 e CSRD/ESRS €15.000–50.000; previsti anche range per business plan e financial modeling (da €1.500 in su) e per la finanza agevolata/PNRR con opzioni percentuali sul valore o sull’agevolazione.
L’insieme offre una mappa operativa: range chiari, criteri di maggiorazione e un lessico condiviso per ancorare il prezzo al valore generato. Sta allo studio tradurla in preventivi solidi e processi ripetibili.