26 maggio 2014

Amministratori giudiziari. Compensi con criteri uniformi

Intesa tra Odcec Roma e Tribunale capitolino su criteri di liquidazione uniformi e condivisi.

Autore: Redazione Fiscal Focus
Il protocollo sui compensi - Gli amministratori giudiziari dei beni sequestrati e confiscati hanno un ruolo molto delicato, oltreché di elevata responsabilità, pertanto i criteri per il calcolo dei compensi loro spettanti devono essere garantiti in maniera certa e uniforme. Tale è il principio alla base del protocollo d’intesa che l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma ha elaborato e siglato nei giorni scorsi di concerto con la Sezione GIP/GUP del Tribunale capitolino. “Chi si assume l’onere, complesso per il livello di attenzione e competenze richiesto e spesso rischioso per le responsabilità che ci si assume, deve avere un minimo di certezze rispetto a quello che potrà essere il suo compenso. Ancora una volta i ritardi nella emanazione di norme di attuazione e la vacanza del nostro Consiglio nazionale ci hanno imposto di risolvere con il ricorso al buon senso e in via sussidiaria problematiche operative che di fatto bloccavano le procedure di determinazione e liquidazione dei compensi dei nostri Iscritti che svolgono funzioni di amministratori giudiziari”, ha spiegato il leader dei dottori commercialisti e degli esperti contabili romani, Mario Civetta.

Gli obiettivi – Gli obiettivi del protocollo sono dunque chiari. In sostanza l’intesa nasce dalla necessità di dare risposta alla naturale esigenza di criteri omogenei da applicare in sede di calcolo. Il compenso dev’essere quantificato dai magistrati attraverso un procedimento uniforme che possa orientarli e che sia ampiamente condiviso anche dagli stessi amministratori. I criteri da adottare dovranno quindi sopperire all’attuale mancanza di parametri univoci utilizzabili quali base di calcolo rispondendo pertanto in maniera adeguata e soddisfacente alla necessità di sanare un simile vulnus normativo.

Il protocollo – Il protocollo indicato dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili della Capitale non risulta ovviamente vincolante per l’organo giudiziario incaricato della liquidazione, ma si presenta quale bussola orientativa che possa in un certo senso sanare le evidenti mancanze. “I punti da considerare nella liquidazione dei compensi sono: l’indennità di esecuzione del sequestro, le spese per i coadiutori e le spese di trasferta, il riconoscimento di un compenso per la custodia e conservazione di beni mobili, dei beni immobili, di quote societarie, e dei complessi aziendali. Sono previsti inoltre compensi specifici per attività di amministrazione diretta del complesso aziendale. Viene disciplinato il calcolo del compenso nel caso di nomina di più amministratori sugli stessi beni ed infine viene regolamentato, il regime delle maggiorazioni e riduzioni”, spiegano i commercialisti romani in una nota diffusa nei giorni scorsi. Tra i punti vagliati dal protocollo d’intesa spunta quello in base al quale la liquidazione dei compensi e delle spese dovrà avvenire tramite il prelievo dal conto di gestione, tuttavia si verificherà un onere sull’Erario solo qualora si dovesse presentare un caso d’incapienza. La liquidazione dovrà essere effettuata su base di calcolo annuale eccezion fatta per l’applicazione del potere equitativo. “L’attenzione e la sensibilità dimostrata dal Presidente del tribunale di Roma, Mario Bresciano e dal Presidente della sezione GIP Fabrizio Gentili, hanno favorito un sereno confronto istituzionale che ha permesso di superare una situazione che iniziava a diventare insostenibile. Da sempre abbiamo creduto in uno spirito di collaborazione fattivo, e non solo enunciato, fra i vari soggetti istituzionali. Questa è la via maestra per la soluzione delle istanze e delle problematiche della nostra professione”, ha concluso Civetta.
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