Con l’informativa n. 26/18 del 26 marzo, il Presidente del CNDCEC Massimo Miani ha annunciato, come si ricorderà (Fiscal Focus del 29 marzo: “L’importanza delle SAF nel progetto “specializzazioni”) l’iniziativa del Consiglio Nazionale di rilasciare un attestato finale ai commercialisti che abbiano frequentato e terminato un corso svolto presso una delle 14 Scuole di Alta Formazione distribuite sul territorio nazionale e di istituire un elenco dei loro nominativi da pubblicarsi in una apposita sezione del sito web istituzionale.
L’intento dell’iniziativa, come dichiarato nel documento, voleva essere quello di offrire e sostenere strumenti qualificanti ai professionisti, in attesa del completamento del percorso intrapreso dal CN con il Ministero della Giustizia volto a riformare l’ordinamento professionale (D.Lgs. n. 139/2005) mediante l’inserimento della norma riguardante il riconoscimento delle “specializzazioni”.
L’annuncio non è stato favorevolmente accolto dalle due sigle sindacali AIDC (Associazione Italiana dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili) e ADC (Associazione Dottori Commercialisti) che - ciascuna con un comunicato stampa rispettivamente del 29 e del 30 marzo - hanno duramente criticato l’iniziativa.
L’AIDC ha sottolineato che l’ordinamento professionale non è nella disponibilità del Consiglio Nazionale, che ha pertanto il solo onere di applicarlo e non ha invece alcuna prerogativa di modificarlo unilateralmente, occorrendo, viceversa, che a tal fine vi sia un confronto ampio all’interno della categoria. L’istituzione di un elenco di commercialisti che abbiano positivamente frequentato le SAF finirebbe per introdurre, nei fatti, proprio una modifica legislativa (quella, appunto, dell’ordinamento professionale) – peraltro già respinta due volte nelle sedi istituzionali - con un metodo del tutto irrituale, ovvero mediante una informativa interna. Una tale modalità finirebbe, peraltro, per accostare il modus operandi del Consiglio Nazionale a quello, tante volte stigmatizzato, dell’Agenzia delle Entrate: legiferare per atti privi di forza di legge. Inoltre, alle perplessità manifestate circa l’istituzione del suddetto elenco va aggiunto – si legge ancora nel comunicato – “l’inaccettabile azzeramento della valenza del titolo universitario e del conseguente esame di Stato sostenuto, tra gli iscritti al nostro albo, dai soli Dottori Commercialisti. Titolo qualificante di cui svanisce definitivamente ogni prerogativa".
Ugualmente aspro il contenuto del comunicato dell’ADC, che, criticando a sua volta l’intenzione annunciata con l’informativa del CN di voler anticipare in una qualche maniera l’ipotesi di modifica del d.lgs.139/2005 in relazione alle specializzazioni degli iscritti, ha ribadito la necessità che una modifica così importante alla legge istitutiva della professione debba essere prima ampiamente discussa e condivisa con la base dei colleghi.
L’ADC ha inoltre sottolineato l’inaccettabilità della modalità ideata dal CN per attuare tale progetto, e cioè “la pubblicazione di elenchi sul sito del CN, dando quindi pubblicità ed ufficialità solo a coloro che hanno frequentato con profitto i corsi SAF. Il risultato sarebbe, a ragion veduta, quello di legittimare come “specializzati”, solo “alcuni” professionisti e non altri. I quali potrebbero essere, ad esempio in virtù di una posseduta esperienza specializzata ultradecennale, ancora maggiormente preparati di coloro che hanno frequentato i Corsi organizzati dalle SAF e che non avrebbero, nello stesso momento, la medesima visibilità professionale e lo stesso clamore mediatico dei pochi inseriti, invece, nell’elenco.” L’Associazione ha pure evidenziato l’inopportunità di fare “due pesi e due misure”, privilegiando i professionisti che abbiano seguito un corso presso le SAF a discapito di quelli che avendo, comunque, seguito un percorso di studi universitario e superato un esame di Stato, decidano poi di conseguire master e corsi di aggiornamento presso altri soggetti, quali ad esempio Università, Istituti di Ricerca o altre scuole di formazione.
Il comunicato dell’ADC si conclude con la richiesta a Miani di invitare i Presidenti degli Ordini locali a trattare quale tema all’Odg delle loro prossime assemblee “Il futuro della professione e le specializzazioni”, informandone tempestivamente tutti gli iscritti affinché possano partecipare ed esprimere le loro opinioni.
Anche l’ODCEC di Roma è intervenuto sulla vicenda con analoghe argomentazioni: in una missiva inviata al Presidente Miani, a tutti i Consiglieri Nazionali e a tutti i Presidenti degli Ordini territoriali, il Presidente dell’Ordine romano, Mario Civetta, ha evidenziato il forte rischio di critiche da parte degli iscritti che non abbiano seguito canali formativi con etichetta SAF nel vedersi “discriminati”. L’elenco annunciato dal CN finirebbe, infatti, per “qualificare gli iscritti solo sulla base della frequenza di un corso SAF tralasciando completamente il valore delle esperienze professionali e della reale capacità acquisita negli anni di svolgimento dell’attività”.
Pur comprendendo la necessità di voler rivitalizzare il tema delle specializzazioni, Civetta ha affermato, nella sua missiva, l’errata modalità adottata dal CN, ribadendo come per coniare la specialità non basti l’attestato conseguente alla frequenza di un corso di alta formazione ma sia invece necessario valutare altri elementi propedeutici, quali la legalità della modalità con cui la specialità dev’essere riconosciuta, le modalità di accesso per i neo iscritti e per quelli di maggior esperienza, la permanenza del possesso e la perdita del titolo di specialista. Il criterio annunciato con l’informativa del CN lascerebbe intendere – prosegue Civetta – che per riaccendere l’attenzione sul tema delle specializzazioni “si sia partiti dalla fine senza pensare a tutte le conseguenze di una siffatta iniziativa”. La missiva si conclude con il suggerimento di rivedere l’informativa ed il progetto di istituzione dell’elenco da essa segnalato.
Replicando a tali consistenti critiche, il Presidente Miani, in un’intervista concessa al quotidiano Eutekne, ha, anzitutto, puntualizzato che il progetto del rilascio dell’attestato di frequenza dei corsi SAF e l’istituzione dell’elenco dei professionisti che l’hanno conseguito non è una novità voluta dall’attuale Consiglio ma è stato ripreso da un programma approvato nel 2015 dalla precedente consiliatura. Ha poi precisato che con l’attuazione di tale progetto non si è affatto inteso modificare l’ordinamento ma semplicemente ribadire la centralità dell’obiettivo specializzazioni; nel mentre, si è previsto solo il rilascio di un attestato a chi ha frequentato corsi SAF per non far cadere nel vuoto un investimento (quello della creazione delle SAF, appunto) che è costato notevole impegno anche economico. Ciò non esclude – ha precisato - che saranno regolamentate dal CN anche specializzazioni conseguite con altri corsi e master diversi da quelli organizzati dalle SAF.
Miani ha anche ribadito quanto il CN dialoghi continuamente con gli Ordini e si confronti con essi, ricordando tra l’altro come il progetto richiamato con l’informativa fosse stato già argomento della recente Assemblea generale, ed il consenso a riguardo fosse stato pressoché unanime.
Di fronte al rischio che l’elenco proposto possa comunque indurre ad una diseguaglianza in termini di visibilità dei professionisti, Miani si è peraltro dichiarato disposto a trovare un punto d’incontro sull’opportunità di pubblicarlo sul sito istituzionale del CN o, eventualmente, solo su quello delle SAF stesse. Parimenti si è detto disposto al dialogo con gli Ordini con cui – ha riferito - è già iniziato un dibattito che potrebbe portare a soprassedere alla pubblicazione del detto elenco.
Nel segno, dunque, del solo dialogo costruttivo, Miani si è detto invece non disposto ad accettare attacchi strumentali che abbiano il solo obiettivo di lasciare immutate le cose ai danni di una professione che invece deve continuare a crescere.