Caro Direttore buongiorno,
sono una “sottocollega” della provincia di Udine.
Sottocollega perché sono una ragioniera e non una dottoressa e, purtroppo, per qualche Commercialista questa è una discriminante.
Sottocollega perché ho un piccolo Studio nella provincia di Udine, mi occupo di PURA contabilità e, per sbarcare il lunario, mi sono dedicata, senza non pochi problemi, anche alla consulenza del lavoro. Non ho grandi consulenze e non rivesto nessun incarico.
Ho 51 anni è ho iniziato a fare la professione andando a copiare i libri contabili in uno Studio di Milano quando ancora frequentavo la scuola media (sono nata a Milano e ho vissuto li fino al 1993), mi sono diplomata, e ho scelto di cominciare subito la professione facendo il praticantato nello stesso Studio che già frequentavo da anni.
Il mio praticantato era di 12/14 ore al giorno; nei periodi di dichiarazione non andavamo neanche a casa a dormire: ci davamo il turno sul divano nell’ingresso per un paio d’ore a testa. Tutto questo senza mai percepire una lira, ma non mi interessava perché amavo questa professione e per questo ho rifiutato proposte di lavoro che mi avrebbero permesso di fare una vita diversa, la cosiddetta BELLA VITA, lavori che mi avrebbero permesso di essere tutelata nella maternità e nella malattia, che mi avrebbero permesso di godere delle ferie e, soprattutto che mi avrebbero permesso di godere la mia famiglia.
Tutto questo, a causa della mia scelta, non è stato possibile: non mi è stato possibile passare il tempo che avrei voluto con i miei figli, non è stato possibile curarmi come avrei dovuto, neanche dopo i numerosi interventi che ho subito a causa del Morbo di Crohn, e ora non mi è più nemmeno possibile dormire la notte.
Stiamo vivendo un momento drammatico in termini di vite umane, ma mi creda, e so che Lei mi capisce, anche dal punto di vista economico e il nostro STATO invece di metterci in condizioni di lavorare serenamente per aiutare i nostri clienti e anche noi stessi, continua a emanare decreti e decretini che ci fanno solo perdere tempo e che, molto probabilmente non porteranno a nulla.
Scusi lo sfogo ma sono veramente stanca, sto cercando di compilare, da giorni, una domanda per accedere al FIS e, pare impossibile, ma non riesco a trovare da nessuna parte istruzioni chiare e casi pratici per poter concludere la pratica; e quello che mi fa star male è che il mio cliente ha 35 dipendenti, padri e madri di famiglia e a fine mese non sa come pagare loro gli stipendi, quindi la richiesta al FIS è assolutamente necessaria. Da queste parti i colleghi non sono molto propensi a collaborare, perché invece di considerarci colleghi e alleati ci considerano Nemici. Ho provato a chiedere consigli ad uno di loro che mi ha liquidata dicendomi che mi prendo troppo a cuore i problemi dei miei clienti.
Beh io sono fatta così, non sarò una Commercialista con la C maiuscola, faccio il lavoro sporco, quello che i nostri vertici non sanno neanche più esistere, ma quello che faccio cerco sempre di farlo dando il meglio, mi rendo conto di avere dei limiti, ma proprio per questo cerco di svolgere la professione nella maniera più onesta e corretta possibile.
Sono una abbonata da anni a Fiscal Focus, che trovo uno strumento di lavoro insostituibile, e da sempre seguo i suoi corsi che sono gli unici che affrontano le normative dal punto di vista pratico: mi chiedo perché l’odine di Udine non si avvalga della Sua collaborazione in modo diretto e assiduo invece di continuare ad organizzare convegni tenuti da Illustri Colleghi ma che riguardano solo una minima parte degli iscritti.
La ringrazio e le chiedo di continuare a fare quello che fa nel modo in cui lo fa, seguitando a dare voce anche alle piccole realtà come la mia.
Grazie ancora e buon lavoro
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