2 maggio 2012

Da Rimini si risveglia l’orgoglio dei commercialisti

Nuove proposte per la futura governance, rivalutazione degli Ordini locali e delle sigle sindacali: questi i punti discussi al convegno dell’Andc

Autore: Redazione Fiscal Focus
Il convegno - Venerdì scorso si è tenuto a Rimini il convegno “Il ruolo delle professioni. Una sfida per la crescita”, organizzato dall’Andc. Gli obbiettivi che si era posta l’associazione di categoria si individuavano nella volontà di portare sullo stesso tavolo di confronto sindacati dei commercialisti e Ordini territoriali di tutta la Penisola. Alla luce dei risultati ottenuti, può ben dirsi che quanto sperato dalla sigla presieduta da Roberta Melucci è stato raggiunto. In sostanza, hanno partecipato quasi tutte le unioni sindacali alle quali gli iscritti al Cndcec fanno riferimento e contestualmente sono intervenuti presidenti e rappresentanti di molti Ordini locali del nord, del centro e del sud. Una vittoria trasversale, che ha visto la partecipazione anche di un candidato alla presidenza del Consiglio nazionale, vale a dire Gerardo Longobardi, leader dell’Ordine della capitale.

Le proposte – Durante il convegno sono emerse non poche proposte per la futura governance della categoria, quali la necessità di creare scuole di specializzazione in determinate materie peculiari per la professione, l’approvazione dei conti del Consiglio nazionale da parte dell’Assemblea dei Presidenti, la creazione di un ufficio legislativo che tenga le relazioni con Governo e Parlamento e un rapporto paritario e costruttivo con l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia.

Gli interventi – Come abbiamo visto, ha preso parte al convegno dell’Andc il presidente dell’Ordine di Roma, Gerardo Longobardi, il quale ha tenuto a sottolineare che la propria partecipazione è stata scevra di qualsiasi riferimento all’appuntamento elettorale, che lo vedrà scontrarsi con il presidente in carica. Nello specifico, Longobardi ha posto l’attenzione sui grandi temi che stanno a cuore alla base della categoria composta perlopiù da piccoli e medi studi, ossia “l’attenzione ai territori, il lavoro di squadra e la capacità di ascolto”. Il malcontento dei dottori commercialisti e degli esperti contabili è stato più volte sottolineato anche da Gian Paolo Zeni, presidente dell’Ordine di Brindisi, e da Salvatore Regalbuto, consigliere dell’Ordine di Torino. Dallo scambio di interventi che si sono avvicendati nel corso del convegno è emerso il parere condiviso in base al quale gli iscritti ai diversi Ordini sentono un profondo disagio difronte al nuovo ruolo che si prospetta per loro. A ben vedere, dopo aver contribuito allo sviluppo della piccola e media imprenditoria e a una salda coscienza tributaria, questi professionisti si trovano relegati alla funzione di meri burocrati alla mercé dell’Amministrazione pubblica. Pertanto, si è palesata la necessità di riesumare e rinvigorire l’orgoglio di categoria. Tant’è che l’unica ricetta per venir fuori da questa recessione ormai attecchita è quella di contrarre la pressione fiscale e rivedere gli sprechi della spesa pubblica, investendo conseguentemente sia in capitale umano che sociale.

I sindacati – La presenza delle sigle sindacali è essenziale per vincere le battaglie e far rispettare i diritti della categoria. Tant’è che al convegno di Rimini, erano presenti quasi tutte le associazioni. Alcune, pur essendo state invitate, non hanno preso parte all’incontro. Nello specifico, sono intervenute l’Andc, organizzatrice del meeting, l’Adc, l’Aidc, l’Unico, l’Andoc e l’Anprof. Tali sigle hanno contestato all’unisono la limitata presa di posizione del Consiglio nazionale, che non ha tutelato in pieno le esigenze della categoria in questioni quali la riduzione dell'organo di controllo da collegiale a monocratico e l’annunciata la perdita della gestione del Registro dei Revisori in favore della Consip, quindi del Mef.

Il valore degli Ordini locali – E’ altresì venuto a galla da questo incontro riminese il ruolo fondamentale degli Ordini territoriali, veri e propri presidi locali del Consiglio nazionale che sono chiamati a rispondere direttamente alle esigenze dei piccoli e medi studi. Due fattori che devono essere ripristinati in seno a tali organismi sono la serietà e la competenza. Solo incrementando tali caratteristiche, gli Ordini territoriali possono sperare di porsi in maniera competitiva nel mercato.
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