3 ottobre 2019

Daspo: i Commercialisti insorgono

Autore: Sandra Pennacini
Non è piaciuta affatto la ventilata ipotesi di Daspo a carico dei commercialisti e dei consulenti, esibita in queste ore dal Governo quale misura studiata, tra altre, per porre un freno alle compensazioni indebite.

Tra le ipotesi in campo, finalizzate a recuperare somme che viaggiano dai 5 a 7 miliardi (!) di euro, vi sarebbe infatti una nuova stretta sulle compensazioni. Dopo tutte le varie “restrizioni” che ben abbiamo avuto modo di conoscere e sperimentare in questi anni, legati all’aspetto della compensazione dei tributi di natura erariale, ora lo sguardo attento ed accigliato dell’amministrazione finanziaria pare si vada a volgere verso i crediti di natura contributiva, nell’ambito dei quali (pare) sia stato rilevato un flusso di compensazioni talmente elevato da poter essere considerato come “sospetto”. Da qui l’idea di realizzare una piattaforma tramite la quale i crediti dovranno essere certificati preliminarmente per poter essere portati in compensazione, ma nelle more della realizzazione della piattaforma stessa, allo studio vi sono due “misure ponte”: un “bollino nero” che graverebbe sui DURC dei soggetti considerati a profilo di rischio in ambito di compensazioni e - punto dolente, anzi dolentissimo -, l’intendimento di sospendere temporaneamente o definitivamente l’attività di un professionista abilitato, in caso di certificazione di crediti tributari inesistenti.

Daspo per i commercialisti: uno slogan inutile
Le reazioni non si sono fatte attendere. Un comunicato stampa congiunto di ADC – AIDC – ANC – ANDOC – FIDDOC - SIC - UNAGRACO – UNGDCEC – UNICO liquida con durezza l’iniziativa, e non manca di bacchettare la metodologia comunicativa adottata, titolando con un lapidario: “Daspo per i commercialisti: uno slogan inutile”.

Aspetti comunicativi a parte, duro è il giudizio nel merito: “L’effettiva efficacia in termini di riscossione (il riferimento è alla sospensione di cui si discorre) è impalpabile, mentre è di tutta evidenza la (scarsa) considerazione e la (mancata) conoscenza del mondo professionale da parte dei proponenti”.

È di tutta evidenza l’indignazione della categoria, che rivendica le proprie prerogative: “Le professioni dei dottori commercialisti e consulenti del lavoro, in quanto professioni ordinistiche, hanno come pilastro della loro esistenza la deontologia. La violazione delle norme deontologiche comporta sanzioni quali la sospensione e la radiazione”; ed ancora: “Perché dunque sbandierare un ipotetico Daspo, quasi come fossimo “teppistelli” da stadio? Non si conoscono le regole delle professioni o è un atto di sfiducia nei nostri riguardi? Nel prima caso, consigliamo vivamente di studiare leggi e norme. Nel secondo caso, sarebbe ancora più grave, perché i dottori commercialisti sono anni che reggono la baracca della riscossione diretta (IVA - IRPEF - IRAP), con sacrifici enormi, marginalità ridotta all’osso e con spese sempre maggiori per infrastrutture e formazione”.

Il richiamo alla distinzione dei ruoli ed al rispetto dell’operato dei professionisti prosegue, non lasciando spazio a fraintendimenti: “Lo diciamo da tempo: è ora che ognuno faccia la sua parte, nel rispetto dei ruoli e pari dignità. Esistono diritti costantemente violati dei contribuenti, uno statuto del contribuente disatteso in più punti. Lo si tenga ben presente nella prossima emanazione di norme di entrata e di spesa, e si governi la spesa con lo stesso rigore con cui si intendono governare le entrate”.

Miani, Daspo a commercialisti? Siamo sconcertati
Non si è fatta attendere nemmeno la reazione del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili, che in persona del Presidente Massimo Miani ha puntualizzato: “Il Daspo ai commercialisti che rilasciano attestazioni per crediti fiscali inesistenti è una misura inutile per il semplice fatto che già ora i commercialisti che così si comportano sono soggetti non solo a sanzioni amministrative, ma anche a responsabilità penali, perché anche di recente la Corte di Cassazione ha affermato che la condotta integra il reato di “dichiarazione fraudolenta mediante altri artifici”, punibile da 1,5 a 6 anni di reclusione ex art. 3 del DLgs. 74/2000”.

Toni più istituzionali, quelli utilizzati dal Presidente del CN, ma non meno incisivi, alla ricerca di quel rispetto che da troppo tempo viene costantemente negato: “Come liberi professionisti a cui lo Stato chiede attività di controllo e presidio, gravandoci di stringenti responsabilità anche penali – prosegue Miani - restiamo francamente sconcertati da un approccio enfatico che lascia intendere che fino a oggi queste responsabilità non ci fossero. Come cittadini e contribuenti, manifestiamo invece preoccupazione, perché non è certo con norme inutili a uso e consumo di titolo di giornale che si possono trovare i 7 miliardi che attualmente mancano all’appello nella NADEF. Restiamo come sempre a disposizione delle istituzioni e della politica – conclude Miani - ma chiediamo rispetto.

Che dire… Non male come inizio delle “grandi manovre” che il Governo dovrà attuare per condurre in porto la manovra finanziaria, Governo che peraltro nella serata di ieri, dopo la ridda di reazioni, ha preso le distanze. Secondo le dichiarazioni del sottosegretario al Mef del M5s Alessio Villarosa,non vi sarebbe alcuna proposta che voglia mettere un Daspo per i commercialisti nei confronti dei quali esistono già delle sanzioni e delle segnalazioni all’Ordine.

Insomma, il Daspo sarebbe leggenda, ma ci piace anche poter pensare che lo sia diventato quanto meno con il concorso dell’atteggiamento dei professionisti che, comunque siano andate le cose, finalmente pare abbiano deciso di alzare la testa, con decisione e tempestività, dinnanzi ai continui schiaffi, veri o presunti tali, ricevuti dalla politica.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy