Il convegno e la proposta - Si è svolto ieri a Latina un convengo organizzato dal locale tribunale ordinario, presieduto da Catello Pandolfi, focalizzato su concordato, accordi di ristrutturazione e fallimento alla luce del D.L. 83/2015. All’evento hanno preso parte il presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, Gerardo Longobardi, il Generale Saverio Capolupo, Comandante Generale della Guardia di Finanza e il Presidente della Corte d’Appello di Roma, Luciano Panzani. Il numero uno della categoria dei commercialisti ha avanzato una ben precisa proposta, indicando la necessità di prevenire la cattiva gestione delle nomine dando priorità alla serietà e all’efficienza. Tale obiettivo, a parere di Longobardi, è conseguibile prevedendo criteri che assicurino una rotazione degli incarichi di curatore fallimentare.
Il focus del presidente – Sul punto il presidente Longobardi si è ampiamente soffermato ribadendo la necessità di optare per un meccanismo volto a garantire la job rotation, prevedendo un limite al cumulo degli incarichi. “Si potrebbe prevedere che gli stessi soggetti, in un arco temporale ragionevole, non possano ricoprire più di un determinato numero di incarichi nello stesso tribunale”. La legalità nel settore delle procedure concorsuali può essere pertanto garantita solo tramite un’azione coordinata tra Magistratura, forze dell’Ordine e Ordini, magari avvalendosi di linee guida condivise. “Chiunque faccia parte di un sistema di corruttela e malaffare non è degno di appartenere all’Ordine dei Commercialisti. I Consigli Territoriali di Disciplina della nostra categoria, laddove emergessero comportamenti sanzionabili, dovranno comminare sanzioni esemplari, quali la radiazione dall’Ordine, a tutela soprattutto del lavoro onesto della stragrande maggioranza degli Iscritti", ha concluso il numero uno della categoria.
Gli altri interventi – Al presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili ha fatto eco il generale Capolupo, che si è soffermato sulle novità introdotte dal D.L. 83/2015. Il generale ha definito “particolarmente apprezzabile il tentativo di salvaguardare il ‘bene impresa’, agendo con tempestività già in una fase precoce della crisi. Al riguardo sono da valutare positivamente le disposizioni che mirano, tra l’altro, a promuovere la contendibilità delle imprese in concordato preventivo, in modo da incentivare condotte virtuose dei debitori in difficoltà. Parimenti importante, in un’ottica di certezza dei rapporti giuridici, è la previsione di una tempistica predefinita per la conclusione delle procedure concorsuali, stabilita ordinariamente in due anni dalla sentenza di fallimento”. Non di parere discorde si è dimostrato il presidente della Corte di appello di Roma, Luciano Panzani, che in merito alla necessità di salvaguardia dell'impresa e di repressione dei reati fallimentari ha concordato circa l'esigenza di trasparenza e rotazione nelle nomine e l'opportunità “prevista nei lavori della Commissione Rordorf, istituita per la riforma organica delle procedure concorsuali, di creazione di un albo nazionale dei curatori e commissari giudiziali”.
© Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata