9 febbraio 2024

Nuova sentenza in favore delle riserve. Bene, ma ora è urgente l'intervento del Legislatore

Nella sentenza della Corte di Cassazione di ieri 7 febbraio 2024 n. 3495, il Giudice di legittimità ribadisce che le attività di tenuta della contabilità, di elaborazione delle dichiarazioni fiscali e delle buste paga sono esercizi riservati alle professioni ordinistiche.

“Questa nuova sentenza” dichiara il Presidente ANC Marco Cuchel “si va ad aggiungere ad una già folta giurisprudenza, civile e penale, che arriva anche a pronunciamenti della Cassazione a Sezioni Unite, che in questi anni ha dato ragione a quanto l’ANC va ribadendo in tutte le sedi istituzionali interessate, e cioè che le attività elencate nel Decreto 139/2005 sono attività, sebbene non esclusive, riservate agli iscritti all’Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili. Questa riserva senza esclusiva ha generato una sovrapposizione di attività svolte da soggetti non appartenenti all’ordine, i quali operano in un perimetro di carenza normativa che puntualmente viene evidenziato nei vari giudizi.

La Legge 4/2013 non ha aiutato a fare chiarezza, poiché, nata con l’intento di fare ordine tra alcune attività del lavoro autonomo emergenti e non disciplinate in ordini, è stata da taluni travisata e strumentalmente interpretata come legge che potesse regolare anche attività sovrapponibili con quelle esercitate dagli iscritti agli ordini. L’Associazione Nazionale Commercialisti, oramai da almeno quindici anni, porta avanti interlocuzioni a tutti i livelli istituzionali, Parlamento e i diversi Governi che si sono succeduti, finalizzate ad accendere un faro su quello che rischia di essere il più grande malinteso sulle attività professionali ordinistiche e non ordinistiche”.

“Un intervento del Legislatore, a questo punto” prosegue Cuchel, “si delinea come estremamente urgente. In mancanza di norme chiare e definitive sul chi può fare cosa, lo scenario che si prospetta è quello di un proliferare di cause civili e penali per esercizio abusivo della professione e il conseguente ingolfamento delle sedi giudiziarie. È giunto il momento, nell’interesse dei soggetti coinvolti, come della collettività, che la politica, una volta per tutte, prenda coscienza e si faccia carico del problema della regolamentazione e della definizione di coloro che possono svolgere attività delicate come quelle connesse alla materia fiscale, materia strategica per il Paese, che richiede competenze e tutele che solo l’appartenenza ad un ordine professionale può garantire”.
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