1 aprile 2015

Odcec Napoli. Focus su sviluppo del territorio

Svoltosi convegno “Strumenti per la crescita dell’impresa e sviluppo del territorio"

Autore: Redazione Fiscal Focus
Il convegno e gli interventi - Si è svolto a Napoli il convegno organizzato dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili dal titolo “Strumenti per la crescita dell’impresa e sviluppo del territorio". Molti sono stati gli interventi all’evento. Oltre al presidente dell’Ordine partenopeo, Vincenzo Moretta, al presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Ambrogio Prezioso, al segretario nazionale dei commercialisti, Achille Coppola, al vicepresidente Unione Industriali Napoli, Mariano Bruno, e ai consiglieri Odcec Napoli, Liliana Speranza ed Emmanuele Carandente, hanno infatti preso la parola Marco Ferretti, presidente Commissione Programmi Comunitari e Ricerca Odcec Napoli; Pasquale Russiello, presidente Commissione Agevolazioni Finanziarie Odcec Napoli; Antonio Martini, dirigente della Divisione V “Programmazione e gestione delle risorse finanziarie”; Paola Verdinelli De Cesare, dipartimento per lo Sviluppo e la coesione economica del Ministero dello Sviluppo Economico; i dirigenti della Regione Campania Massimo Del Vasto e Giuseppe Russo; Giovanni Biscione, capo area Sud-Italia BNL BNP Paribas; Alessandro Gargani, amministratore delegato Sviluppo Campania Spa; Bernardo Mattarella, responsabile Incentivi e Innovazione Invitalia; Riccardo Monti, presidente ICE.

Il fronte dei commercialisti - Le tematiche affrontate hanno interessato non solo la categoria, quanto soprattutto il mondo industriale dell’hinterland napoletano. A fare il punto nel corso del convegno è stato il numero uno del presidio napoletano di categoria, Vincenzo Moretta, a parere del quale “il metodo dei finanziamenti europei a pioggia non ha funzionato anche perché gli imprenditori e i professionisti non erano pronti. Oggi siamo in grado di assistere il mondo imprenditoriale ad affrontare le nuove iniziative a sostegno delle pmi, senza correre il rischio che i fondi comunitari possano ritornare al mittente. Il prossimo passo è intervenire sulla burocrazia, accelerando i tempi di istruttoria delle pratiche”. E sul fronte dei commercialisti, particolarmente interessante è stato anche l’intervento del segretario del Consiglio nazionale, Achille Coppola, che ha voluto porre l’accento sul fatto che nel nostro Paese “preoccupano burocrazia e corruzione, due aspetti che impediscono di attrarre investimenti e che si affiancano all’elevata pressione fiscale e alla presenza della criminalità organizzata”. Appare quindi chiaro come l’obiettivo della categoria, stando alle parole dei consiglieri Liliana Speranza ed Emmanuele Carandente, non possa che essere quello di “diffondere la conoscenza di tutte le misure di finanziamento agevolato messe in campo per supportare la crescita e il rafforzamento delle imprese".

Il fronte industriale – L’altro fronte preso in esame, come abbiamo poc’anzi accennato, è chiaramente quello delle imprese. E a tal riguardo gli interventi di punta sono stati quelli di Ambrogio Prezioso e Mariano Bruno, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Unione Industriali di Napoli. Il primo ha chiarito come il nostro Paese abbia “perso competitività negli ultimi anni come prevedibile conseguenza di scelte anti-economiche, e poi a causa delle note dolenti che le nostre imprese sono costrette ad affrontare (e quindi scontano) rispetto ai competitors stranieri: burocrazia, fiscalità, costo dell’energia, tempi della giustizia civile. Per tornare a crescere c’è bisogno piuttosto di una vera, nuova politica industriale inserita in una vision strategica di sviluppo”. Al presidente ha fatto eco il suo vice, mettendo in evidenza il rapporto tra le realtà industriali e quelle professionali. “Il mondo dei commercialisti è fondamentale per conoscere gli incentivi e le modalità di accesso al credito. Nelle regioni meridionali ci sono ancora 9 miliardi di euro da spendere e rendicontare entro il 31 dicembre 2015. Gli effetti che questi fondi hanno avuto sulle imprese sono pari a zero, mentre il Pil manifatturiero è addirittura calato. I burocrati euopei e nazionali riflettano”.
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