Le difficoltà e il manifesto veronese - Il caos fiscale che sta caratterizzando questo primo mese del nuovo anno, manifestandosi alla stregua di una inevitabile scia dell’agghiacciante groviglio andatosi a creare tra il 2011 e il 2013, unitamente all’evidente incertezza che alberga ai vertici della categoria, ha generato non poco movimento tra i dottori commercialisti e gli esperti contabili. Diversi organi e coordinamenti locali e sindacali si sono dati da fare per rappresentare al meglio gli iscritti, facendo sentire la voce di una categoria che è stata più volte calpestata e con essa anche i contribuenti. Proprio su questo percorso intrapreso a livello locale, con l’auspicio che possa essere abbracciato anche su scala nazionale, si inserisce il manifesto redatto negli ultimi giorni dall’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Verona. Nello specifico, il presidio veneto ha inteso porre un focus sul periodo di “grave incertezza e vessazione fiscale, a carico dei cittadini, dovuta sia ai termini di scadenza che alla corretta determinazione degli importi di Imu e Mini-Imu”. Nel fare ciò auspica una unità nazionale che la categoria sembra aver perso da ormai troppo tempo.
L’indignazione dei commercialisti - La stanchezza di una categoria la cui considerazione da parte dello Stato è chiaramente minima emerge dalle parole usate dall’Ordine di Verona, che non affida a mezzi termini il proprio dissenso, indicando con estrema chiarezza la volontà di ripristinare un rispetto e una considerazione all’altezza degli oneri di cui vengono caricati i dottori commercialisti e gli esperti contabili. “Come categoria professionale dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Verona – scrivono i commercialisti veronesi sul Manifesto - lavoriamo sodo quotidianamente per assistere i nostri clienti, con senso di responsabilità e con la consapevolezza che solo un sistema efficace ed efficiente di tassazione, accertamento e riscossione delle imposte può garantire le risorse necessarie per il rilancio economico del nostro Paese”. Tuttavia a minacciare in maniera costante e quasi quotidiana l’operato dei dottori commercialisti e degli esperti contabili interviene il sistema burocratico, che estrae di volta in volta dal cilindro degli adempimenti un nuovo ostacolo, con l’unico esito di rendere intollerabile l’intero meccanismo.”Ogni giorno siamo in trincea a lottare contro l’incertezza e la complicazione del sistema normativo italiano in cui le leggi, i decreti, gli emendamenti, le interpretazioni, spesso emanati con efficacia retroattiva, sono finalizzati unicamente a recuperare gettito fiscale”, continua il Manifesto dell’Ordine veneto.
La protesta – In sostanza, i commercialisti dell’Ordine di Verona chiedono una sola cosa, vale a dire il rispetto dello Statuto del Contribuente. Un’unica richiesta che, se venisse accolta come dovrebbe essere senza neanche il bisogno di chiederlo, si trascinerebbe dietro le risposte a tutte le altre problematiche connesse al mancato rispetto della stessa. Pertanto, esausti di questo stantio rapporto istaurato con l’Amministrazione Finanziaria che vede sudditi e non cittadini, dipendenti da sfruttare e non professionisti con ruoli e competenze specifiche, nel proprio Manifesto i commercialisti del presidio veneto sottolineano di essere dalla parte dei cittadini, nonché pronti a prender parte a eclatanti forme di protesta. L’Ordine di Verona dice pertanto ‘basta’ “alle norme emanate in assenza di disposizioni attuative”, “Ai termini di versamento delle imposte che si accavallano. Agli adempimenti fiscali che si sovrappongono. Alla incertezza operativa dovuta a norme tecnicamente scoordinate. Alle specifiche tecniche fornite a ridosso delle scadenze fiscali” e “Alla complicazione delle norme”. Si tratta, a ben vedere, di un rifiuto palese alle “norme in materia di acconti, IMU, tasse sulla proprietà e sui servizi immobiliari che continuano ad essere emanate in assenza di disposizioni attuative, che sono emanate solo in prossimità dei termini di versamento, con l’effetto di allungare ad oltranza i tempi di predisposizione degli adempimenti”. I commercialisti veronesi si dichiarano quindi contrari a indicazioni tecniche rilasciate in ritardo dall’Amministrazione Finanziaria, perché con questi ritardi le stesse specifiche “non consentono di aggiornare nelle tempistiche i software fiscali, causando ingenti difficoltà operative negli Studi Professionali, che si ripercuotono sulla soddisfazione dei nostri clienti”.
Il 'peso' dell'Odcec di Verona - E sul punto il Manifesto ricorda altresì il ‘peso’ dell’Ordine di Verona e il ruolo importante che svolge nel circuito di raccolta delle entrate. Il presidio di categoria sottolinea infatti che l’Ordine, in qualità di Ente garante della legalità, conta ben 1650 iscritti, ciascuno dei quali è veicolo di professionalità, competenza e qualifiche. I dottori commercialisti e gli esperti contabili appartenenti all’Ordine sono altresì soggetti a due classi di doveri, la prima legata al Codice Deontologico, l’altra all’obbligo di un aggiornamento professionale continuo. Il lavoro di questi 1650 professionisti ha permesso “di acquisire al Bilancio dello Stato e degli Enti Locali le’entrate tributarie’ che consentono al Paese di progredire”. È chiaro quindi che l’ampia richiesta di rispetto espressa dal Manifesto è stata avanzata da soggetti di cui lo Stato ha bisogno e per i quali finora non ha dimostrato la giusta attenzione.