15 novembre 2023

Perplessità e limiti del nuovo concordato preventivo biennale (CPB)

Il Sindacato italiano Commercialisti manifesta preliminarmente qualche dubbio sulla costituzionalità del nuovo provvedimento ( quello del concordato fiscale preventivo biennale, denominato CPB), che ignorando l’articolo 53 della nostra Costituzione determina ex ante i redditi d’impresa o di lavoro autonomo futuri sulla base dei dati già in possesso dell’AF o da richiedere al contribuente, prescindendo dall’effettiva capacità contributiva del contribuente (che si manifesta soltanto ex post). Ciò anche perché riguarda una vasta platea di contribuenti, forfettari inclusi.

Ma quello che più ci preoccupa sono i risvolti gestionali/organizzativi del nuovo istituto fiscale, anche nei riguardi dell’informativa alla propria clientela.
Innanzitutto, l’articolo 17 comma 1 punto g)2) della Legge delega ( L. 111/2023), prevede un generale principio di adesione su base volontaria ed in base a contraddittorio preventivo semplificato. Ma sappiamo che invece che i contribuenti dovranno soltanto scegliere se accettare o meno la proposta già “ confezionata” di ADE ( dunque senza contraddittorio) e coloro che decadranno o rifiuteranno la stessa, finiranno in apposite liste selettive di controllo, trasformando in tal modo il concordato, da volontario a “forzoso” (o forzato).

In secondo luogo, viene imposta una trasmissione separata degli ISA rispetto al modello dichiarativo, che da un lato costringe alla determinazione veloce ed anticipata dei redditi di impresa o lavoro autonomo da inserire in tali modelli e dall’altro si introduce un adempimento/trasmissione ulteriore, sconfessando i buoni propositi di semplificazione annunciati dal nuovo Governo.

Su questo punto, chiediamo pertanto di rivedere la scelta, estrapolando i dati Isa occorrenti per la formulazione della proposta dal modello Unico relativo all’anno precedente, inclusivo di tutti gli elementi per poterla formulare. E cioè : suggeriamo di prendere i dati ISA dell’anno 2022 ( già pronti e disponibili) per formulare la proposta dell’anno 2023/2024, avendo in tal caso tutto il tempo necessario per notificare la proposta, per attuare quel minimo di contradditorio semplificato previsto dalla Legge Delega e per consentire in tal modo ai contribuenti scelte partecipate e ponderate. Invece, parrebbe che in base alle informazioni assunte relative all’anno 2023 l’Ufficio formuli una proposta da accettare in tempi brevi ( Luglio 2024 e Giugno a regime) con riferimento alla stessa annualità ed al 2024. Tutta la procedura è pertanto caratterizzata da tempi stringenti e da un carattere velatamente vessatorio che non facilita la nostra attività informativa.

Dunque, se è vero che il concordato partirà dal 2023 (?) i dati da utilizzare potrebbero essere quelli dell’annualità 2022 già in possesso dell’ AF. Per i forfettari si potrebbero invece utilizzare le informazioni contenute nel quadro RS anch’esse già in possesso dell’Ufficio.

Ma a tale proposito, riteniamo pure discriminatoria la possibilità di accesso al CPB dei contribuenti forfettari che non soggiacciono agli adempimenti ISA e ancor meno al punteggio minimo di 8 necessario per poter accedere alla proposta da parte di tutti gli altri contribuenti. Per loro si potrebbe allora immaginare un rinvio del CPB al 2024 dopo aver trasmesso i dati ISA per il 2023 come tutti gli altri soggetti.

Da ultimo, il termine di 5 giorni per valutare la proposta è assolutamente insufficiente, ma su questo sembra che ci sia già stata attenzione per allungarlo a 30 gg nonostante manchino ancora comunicazioni ufficiali.

Insomma, se la filosofia sottostante a tale nuovo strumento è quella della stabilizzazione del gettito tributario, l’esecutivo dovrà attenzionare meglio tutti gli elementi di criticità già emersi da un primo esame del decreto legislativo in materia di procedimento accertativo approvato in Consiglio dei Ministri il 2 Novembre scorso.



Per Sindacato italiano Commercialisti
Il Comitato Direttivo
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