11 settembre 2020

Revocato lo sciopero dei Commercialisti

La promessa del MEF: versamento dei redditi a fine ottobre con lo 0,8%

Autore: Redazione Fiscal Focus
L’incontro tenutosi ieri, 10 settembre, presso il MEF, alla presenza del Viceministro Misiani, dei sottosegretari Guerra e Villarosa, dalla Dottoressa Lapecorella e del Direttore Ruffini, da una parte, e le rappresentanze di tutte le associazioni dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, dall’altra, pare abbia portato i suoi frutti, o quanto meno una serie di promesse e di intenti dichiarati tali da determinare la decisione da parte delle sigle sindacali – ma a maggioranza, non all’unanimità – di revocare lo sciopero programmato a partire dal 15 settembre.

Come ricorderemo, lo sciopero proclamato prevedeva una astensione, peraltro parziale, dell’attività dei commercialisti. Più precisamente, dal 15 settembre 2020 e fino al 22 settembre 2020 incluso (otto giorni in tutto) i commercialisti avevano previsto il mancato invio delle LIPE del secondo trimestre (che sarebbero pertanto state inviate oltre il termine previsto per il 16 settembre 2020), oltre che l’astensione dalla presenza in udienza presso le Commissioni Tributarie provinciali e regionali, fermo restando invece l’esercizio di tutte le ulteriori attività.

Il “meccanismo” dello sciopero era già avviato, tanto che era stata anche diffusa una comunicazione tipo, atta ad informare la clientela dei Commercialisti delle ragioni e delle modalità dello sciopero; inoltre, contestualmente all’avvio dello sciopero, in data 15 settembre, erano previste anche una serie di manifestazioni di piazza, la principale delle quali pianificata a Roma, in piazza Santi Apostoli.

Ebbene, alla luce dei nuovi sviluppi nulla di tutto ciò avrà un seguito, o quanto meno non vi sarà astensione dalle attività, mentre per quanto riguarda le manifestazioni nulla di specifico traspare dal comunicato congiunto rilasciato dai sindacati: tuttavia, a parere di chi scrive, sarebbe quanto meno curioso mantenere le manifestazioni, posto che le stesse erano connesse ad uno sciopero ormai revocato.

Quanto alle ragioni che hanno portato a tale revoca, le stesse risiedono in un accoglimento parziale, ma evidentemente ritenuto sufficiente, delle istanze avanzate dai Commercialisti, da giorni in fase di interlocuzione con il MEF.

Tra le questioni sul piatto delle trattative la partecipazione attiva dei Commercialisti nella fase di studio della riforma fiscale in programma, nonché la richiesta di essere preventivamente consultati con riferimento ai provvedimenti che ineriscano la professione di commercialista. Entrambe le richieste pare abbiano ottenuto parere favorevole, tanto che, riferiscono i sindacati, “il Ministro Gualtieri ha dichiarato la condivisione nell’avviare un processo di revisione della professione, di concerto con i Ministeri interessati”.

Quali siano i punti che potrebbero interessare un “processo di revisione della professione” al momento non è dato a sapere nei dettagli, mentre pare ormai pressoché assodato che assisteremo all’ennesima riscrittura del calendario del modello Redditi. Infatti, dopo aver inutilmente invocato lo slittamento della scadenza del 20 agosto, ora pare che in sede di conversione del decreto Agosto (D.L. 104 del 14/08/2020) verrà inserito un emendamento che consentirà di effettuare il versamento entro fine ottobre un interesse dello 0,8%.

La possibilità di versamento ad ottobre, peraltro, non riguarderebbe tutti i soggetti indistintamente, bensì solo coloro che siano incorsi in un calo del fatturato di almeno il 33% nel primo semestre 2020.

Si prospettano quindi nuovi conteggi da fare, con buona pace delle nottate passate in studio per arrivare a rispettare l’inamovibile scadenza di agosto, ed altrettanto gaudio per i soggetti che magari hanno utilizzato le risorse ottenute con i finanziamenti ottenuti con il decreto liquidità, anziché per far ripartire le proprie attività, per pagare i Redditi ad agosto, mentre alcun salvagente viene offerto ai professionisti che non sono riusciti a rispettare la scadenza, posto che, come si è detto, il versamento fine ottobre è fattibile solo in presenza della condizione verificata dell’ennesimo di calo di fatturato, e non una possibilità di riprendere fiato, seppure postuma, che avrebbe consentito di risolvere le problematiche in cui molti studi sono incorsi a causa del super lavoro degli ultimi mesi.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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