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Caro Presidente Miani

A cura di Antonio Gigliotti

Gli accadimenti di questi ultimi giorni mi hanno portato a rispolverare i saggi insegnamenti ricevuti da mio padre. Mi ripeteva sempre: “Antonio, (o per essere più precisi..Tonì) ogni tanto devi fermarti e riflettere. Pensa attentamente, e valuta se quello che stai facendo è giusto”.
Soprattutto dopo il mio editoriale di qualche giorno fa, e la ‘pillola’ di ieri mattina, la mia onestà intellettuale – che in mezzo ai molti difetti che ho, mi auguro nessuno mi possa disconoscere – mi impone di chiarire pubblicamente alcune cose.
Prendo atto, positivamente, che per la prima volta un Presidente, peraltro appena insediatosi, cerca un dialogo con la base, interloquendo via web. Lo fa per cercare di spiegare quali sono i primi interventi posti in essere, esponendosi, cercando di far comprendere che, anche se appena arrivato, sta già adoperandosi per la categoria.
Una esposizione, un ‘faccia a faccia’con i colleghi - seppure virtuale – che richiede coraggio in un momento come questo, e che rappresenta una preziosa novità. Purtroppo questa Tua disponibilità non è stata correttamente interpretata da alcuni colleghi, in particolar modo da quelli che hanno valicato i confini della correttezza e della buona educazione.
Per quanto mi riguarda in prima persona, ribadisco con forza la grande stima che nutro nei tuoi confronti.
Massimo, le denunce che quotidianamente porto avanti, dando voce alla base che tanto si sente dimenticata (non certamente per colpa tua), non sono accuse alla tua persona o al tuo operato. Non sei tu la controparte, né mia, né dei tanti colleghi stremati.
La rabbia talvolta esplode, e come un fiume in piena travolge tutto e tutti, ma non dobbiamo perdere di vista, colleghi, la reale controparte: l’Agenzia delle Entrate e la Politica, coloro che prima ci dicono di venirci incontro, ed un istante dopo reintroducono addirittura l’obbligo degli Intra acquisti.
Quest’ultimo ‘schiaffo’ ha fatto in molti (sempre di più) travalicare il limite della pazienza. Con questo non scuso e non abbraccio l’operato di chi, per evidenziare istanze anche condivisibili, ha tenuto atteggiamenti e linguaggi affatto condivisibili.
Il mio intento è solo e sempre quello di portare alla luce il grido di dolore mio e di una grande fetta di Colleghi, ma ancora una volta qualcuno ha cercato di strumentalizzare la mia posizione e il mio grido di dolore, per fini e vicende personali che nulla hanno a che fare con il sottoscritto.
Sono convinto che soltanto uniti, con un reale sostegno al Consiglio Nazionale, potremo raggiungere importanti, ed ormai indispensabili, obiettivi.
Una cosa però voglio significare a Te, e a tutti: chi continua a pensare di utilizzare il sottoscritto o il quotidiano che indegnamente dirigo per scopi diversi a quelli che sono i miei reali intendimenti sbaglia di grosso questa volta. Sia chiaro che il sottoscritto non presta il fianco a giochetti che nulla hanno a che vedere con il reale problema.
La base soffre, soffre tremendamente, a me (come a tanti altri) spetta il compito di evidenziare le criticità, a Te e alla tua squadra, con il sostegno di noi tutti, l’arduo compito di porre rimedio a questo stillicidio.
Confidiamo nel vostro operato, e vi auguriamo ogni bene possibile. Ricordiamocelo, Colleghi, solo realmente uniti possiamo farcela.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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