24 luglio 2020

Riforma fiscale, sogno o incubo?

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Cari amici,
non bastavano la mancata proroga, il susseguirsi di circolari sul contributo a fondo perduto (che oltre tutto in taluni punti si contraddicono l’un l’altra), i diversi crediti d’imposta, l’istanza per segnalare l’avvenuta sospensione dei versamenti ai sensi del cura Italia o del decreto liquidità, ecc. ecc.

A turbare ancora di più quelle poche ore di sonno che ci restano, è ora sopraggiunto il pensiero di quel che potrebbe accadere con la paventata riforma fiscale, sempre nel nome di quel termine ormai “innominabile”, ma che ben potete immaginare: la semp… .

Riassumendo, pare, dico pare, che invece di una dichiarazione dei redditi potremmo farne dodici.
Prima di farci prendere dal panico, cerchiamo di capire quanto – a grandi linee – è emerso sin qui: se abbiamo ben compreso (ricordiamo che stiamo parlando di annunci), invece di liquidare le imposte a saldo ed in acconto, per “toglierci il fastidio” degli acconti potremmo essere chiamati a versare sulla scorta dell’effettivo flusso di cassa, su base addirittura mensile.

Bene. Facciamo finta che così sia, e proviamo ad immaginare le conseguenze pratiche.

Prima di tutto, di fatto tutti i contribuenti sarebbero chiamati ad una sorta di contabilità ordinaria: se è la cassa a determinare l’imponibile, ogni movimento finanziario deve essere tracciato, anche perché se si immaginasse una “cassa virtuale” allora la ventilata semp… consistente nel consentire di versare solo sulla base di quanto effettivamente è arrivato nelle tasche dei contribuenti, verrebbe immediatamente meno.

Ipotizzando che sia umanamente possibile fare ciò (e ne dubitiamo fortemente), tutto ciò, per avere un senso - come correttamente evidenziato dal collega Zanetti nel corso della diretta di ieri – dovrebbe portare con sé la cancellazione di tutti i vincoli di deducibilità e tutti i paletti di competenza, ma proprio tutti. Quindi, teoricamente e per fare un esempio banale, addio agli ammortamenti. Bene… ma come la mettiamo, per esempio, con gli oneri differiti del personale dipendente? Oppure con la quota di TFR maturata?

Ma facciamola ancora più semplice, con un esempio estremo: il nostro contribuente ha nel mese di interesse una fattura per vendite, ed una fattura d’acquisto. Tali fatture risultano nel SDI, il super sistema di fatturazione elettronica che avrebbe dovuto eliminare l’evasione, consentendo di monitorare tutto. Già, peccato che il reddito dovrebbe essere determinato per cassa, e quindi mancherebbe all’Agenzia proprio l’informazione fondamentale, ovvero il momento del pagamento, salvo che - visto che ormai non ci stupiamo più di niente - non ci chiedano di trasmettere anche tutti i movimenti finanziari.

Ma facciamola ancora più semplice del semplice: il nostro contribuente cui sopra, che ha anche trasmesso i movimenti finanziari, ed ha incassato e pagato quelle fatture nello stesso mese, versa le imposte sulla base di queste risultanze. Mi domando… ma chi ipotizza una cosa del genere si è ricordato che tra reddito d’impresa e reddito imponibile spesso c’è una grandissima differenza dovuta alla contribuzione (cassa di previdenza, contributi INPS, assegni all’ex coniuge, ecc.), e che poi dall’imposta bisogna sottrarre tutta l’infinita varietà di detrazioni d’imposta che negli anni si sono stratificate nel TUIR?

Immaginare quel che si sta immaginando significherebbe prendere il Testo Unico, relegarlo nella cassetta dei ricordi, e ripartire completamente da zero.

Che poi non sarebbe neanche una cattiva idea, visto che la sola circolare sulle dichiarazioni dei redditi delle persone fisiche consta di oltre 400 pagine, a dimostrare quanto sia diventato assurdamente complesso il sistema; solo non posso fare a meno di domandarmi se è questo che si vuole fare, oppure se si vuole solo creare solo un’operazione di facciata per anticipare gli introiti, lasciando invariato il grande male: il nostro fisco impazzito, che si arricchirebbe di nuove, ingestibili, incombenze.

E ancora di più mi domando, e vi domando… qualcuno si ricorderà di quanto fondamentali potrebbero essere i nostri suggerimenti in un ipotetico passaggio epocale di questo tipo? In questo caso mi sentirei di azzardare una risposta, ma temo non vi piacerebbe, così come non piace a me.


L’umanità non potrà mai vedere la fine dei suoi guai fino a quando gli amanti della saggezza non arriveranno a detenere il potere politico,
ovvero i detentori del potere non diventeranno amanti della saggezza.

(Platone)

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