Prestazioni occasionali: modalità di fruizione nell’ambito agricolo
Autore: Cinzia De Stefanis
Domanda - Sono pensionato, ho sempre avuto la passione di lavorare nei campi, un amico avrebbe bisogno, durante il periodo di raccolta delle patate, di una mano. È possibile effettuare una prestazione occasionale?
Risposta - Il lavoro agricolo ben si presta a rispondere ai requisiti di picchi di lavoro legati a determinati periodi dell’anno; in ragione della stagionalità stessa dell’attività è noto che vi sono periodi in cui vi è una maggiore necessità di manodopera.
Al fine di disciplinare i rapporti di prestazione di manodopera in questi periodi intensi, la Legge di Bilancio 2023, ha disciplinato le “prestazioni occasionali” nel mondo agricolo all’art. 1 commi da 344 a 354 introducendo una nuova tipologia contrattuale da applicarsi con stretto riferimento al mondo agricolo e cancellando, per lo stesso comparto, ogni disposizione di cui al D.L. 50/2017 che disciplinava, anche per il lavoro occasionale agricolo la cosiddetta “PrestO”.
Vediamo in sintesi le caratteristiche di questa nuova formula contrattuale, in via sperimentale per il biennio 2023-2024: lavoratori ammessi:
disoccupati, percettori di Naspi, Dis-coll, Reddito di Cittadinanza o altre forme di ammortizzatore sociale;
pensionati di vecchiaia o di anzianità;
giovani al di sotto di 25 anni, iscritti ad un ciclo scolastico di ogni ordine e grado, compatibilmente con gli impegni scolastici, o, in qualunque periodo dell’anno, se studenti universitari;
detenuti e internati, ammessi al lavoro esterno; soggetti in semilibertà provenienti dalla detenzione o internati in semilibertà.
Durata massima della prestazione:
45 giorni lavorativi in una durata contrattuale non superiore a 12 mesi.
Requisito di accessibilità:
i lavoratori come sopra identificati, con unica eccezione per i pensionati, non devono aver avuto, nei tre anni precedenti, un rapporto di lavoro ordinario come operaio agricolo a tempo determinato o indeterminato.
Retribuzione: limiti e modalità di pagamento:
prevista dai CCNL e dal Contratto provinciale. La modalità di pagamento deve essere tracciabile (bonifico, accredito su carta con Iban, assegno circolare o bancario, mandato di tesoreria). Il compenso potrà essere erogato anche con modalità frazionata (settimanale, quindicinale, ecc...), purché sempre con modalità tracciabile