9 giugno 2025

Evasione fiscale 2025, ecco chi dichiara meno: la mappa dei furbetti e quella dei virtuosi

Bar, ristoranti, gioiellerie, farmacisti e consulenti sotto la lente del Fisco: ecco chi dichiara troppo poco e chi supera l’esame degli indici di affidabilità fiscale (ISA)

Autore: Miriam Carraretto
Bar, ristoranti, gioiellerie e perfino farmacisti: sono alcune delle categorie professionali che, secondo i nuovi dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, dichiarano redditi molto bassi rispetto allo stile di vita presunto e al giro d’affari atteso. A dirlo sono gli indici sintetici di affidabilità (Isa), lo strumento usato dal Fisco per misurare la congruità tra quanto dichiarato e quanto ci si aspetta in base all’attività svolta.

Bar e ristoranti, redditi medi sotto i 15mila euro

Secondo i dati del Ministero, pubblicati anche da Il Fatto Quotidiano e rielaborati anche da Il Corriere della Sera, i ristoratori e i titolari di bar sono tra i peggiori per affidabilità fiscale. Oltre la metà dei contribuenti in questo settore risulta "non affidabile", con redditi medi che sfiorano appena i 15mila euro l’anno. Alcuni locali risultano addirittura in perdita: difficile, viene da chiedersi, come possano restare aperti.

In attesa che arrivi - se arriverà davvero - il nuovo evasometro, il divario con le attività virtuose è netto: chi supera la soglia di affidabilità fiscale dichiara oltre 60mila euro l’anno.

Discoteche, mercerie e panetterie: l’elenco degli "inaffidabili"

Non va meglio per discoteche, panetterie, mercerie, negozi di giocattoli e abbigliamento: in molti casi, tra il 65% e il 77% dei soggetti monitorati risulta a rischio evasione.

Anche tra fotografi, ottici e giornalai, circa la metà non supera il voto minimo richiesto dagli ISA.

Farmacie nel mirino, ma Federfarma si difende

Fa poi particolarmente discutere il caso dei farmacisti, che vedono scendere del 12,3% il numero di soggetti affidabili rispetto al 2022.

Ma Federfarma corre ai ripari e respinge l'accusa di evasione: il calo, spiegano, è legato alla fine dell’emergenza Covid, che aveva gonfiato i ricavi grazie a tamponi e vaccini. "Le farmacie emettono regolarmente scontrini e fatture – ha dichiarato il presidente Marco Cossolo – e i dati Isa non tengono conto del calo dei servizi legati alla pandemia".

Gioiellieri e consulenti finanziari: redditi sospetti

Anche gioiellieri e pelliccerie non brillano per trasparenza: oltre il 65% dichiara meno di 1.200 euro al mese.

Quanto ai consulenti finanziari, questi dichiarano in media 125 mila euro, ma il gap con i colleghi "affidabili" (che superano i 560 mila euro) è abissale. Qui quasi 7 contribuenti su 10 non superano la sufficienza Isa.

Turismo e balneari: troppi redditi "da fame"

Nel settore turistico, più della metà di alberghi, B&B e campeggi dichiara meno di 18mila euro l’anno. Male anche i balneari: il 58% si ferma a 15 mila euro di reddito, ma continua a resistere alle gare per le concessioni.

I più virtuosi? Studi medici e notai

Un barlume di affidabilità arriva, un po' a sorpresa, dal mondo sanitario: solo il 25% degli studi medici è sotto la soglia Isa, "aiutati" - si fa per dire, ma potremmo dire costretti - anche dalla tracciabilità dei pagamenti. Meno brillanti, invece, i dentisti: quasi 1 su 2 risulta “non congruo”.

Bene invece anche i notai, con un tasso di affidabilità addirittura del 63%.

Lombardia, metà delle partite Iva sotto osservazione: incassano ma dichiarano poco

Un dato che emerge molto interessante è, poi, quello che riguarda la Lombardia. Qui, dove il Pil prodotto è oltre 194 miliardi di euro e ci sono più di 514mila partite Iva attive, più della metà di queste realtà – il 53,3% – è considerata fiscalmente “non affidabile” dall’Agenzia delle Entrate secondo gli indici Isa.

I dati del Ministero dell’Economia rivelano una frattura netta: tra le circa 230 mila partite Iva affidabili, il reddito medio è di oltre 105mila euro, circa il 24% dei ricavi dichiarati (in media 440 mila euro). Dall’altra parte, tra i non affidabili, i ricavi non sono molto più bassi (383mila euro), ma il reddito medio crolla a 30.300 euro: meno dell’8%.

Una sproporzione evidente, che alimenta il sospetto di una evasione fiscale addirittura sistemica. In pratica, due mondi paralleli: da una parte chi incassa e dichiara in modo coerente, dall’altra chi incassa quasi quanto i primi, ma riporta redditi da lavoratore dipendente medio.

L’anomalia si accentua tra chi dichiara meno di 30mila euro di ricavi: in questa fascia, il 75% risulta inaffidabile. E Milano non fa eccezione: tra le attività con oltre 400 mila euro di incassi, i redditi medi dichiarati da autonomi e società si fermano a meno di 23 mila euro, contro i 112 mila degli “onesti certificati”.

Un dato che evidentemente fa riflettere: oltre 240mila attività lombarde con giri d’affari importanti dichiarano meno del necessario, lasciando presumere che una parte significativa della ricchezza reale sfugga al fisco.
 © FISCAL FOCUS Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy