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Nei rapporti commerciali, la dazione di una somma di denaro per essere riconducibile ad una prestazione effettivamente resa deve scaturire da un’obbligazione contrattuale e, quindi, ben identificata, altrimenti va considerata come cessione di denaro in senso stretto.
Ciò è quanto stabilito dalla Suprema Corte di Cassazione con la Sentenza n. 22098 del 22 Settembre 2017, nella quale, peraltro, viene chiarito il principio dell’onere della prova nel processo tributario e la valenza delle dichiarazioni rese da terzi.
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