La disciplina CFC (Controlled Foreign Companies) “Black List”, al fine di evitare il trasferimento di materia imponibile in Paesi con una fiscalità privilegiata, sancisce che il reddito realizzato dalla società controllata/collegata residente o localizzata in un paradiso fiscale venga imputato per trasparenza al “residente italiano”, in proporzione alla partecipazione detenuta e a prescindere dall’effettiva distribuzione degli utili. La suddetta disciplina, rinvenibile negli articoli 167 e 168 del D.P.R. 917/1986, rappresenta una norma antielusiva volta a contrastare la delocalizzazione fittizia di utili prodotti nello Stato di residenza della società controllante attraverso lo schermo giuridico della società controllata. L’unico modo per evitare la tassazione per trasparenza è rispettare le condizioni esimenti richieste dal
Legislatore. Nel presente intervento, oltre a delineare i caratteri dell’istituto, effettueremo delle considerazioni in merito alla “convenienza” relativa alla presentazione dell’interpello disapplicativo CFC Black List. In sostanza, analizzeremo quali sono le condizioni richieste dal Legislatore per evitare la tassazione per
trasparenza e, successivamente, con il supporto di casi pratici, analizzeremo quando evitare la tassazione per trasparenza costituisce un vantaggio e, di conseguenza, rende non conveniente la presentazione dell’interpello disapplicativo.
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Disciplina CFC - Fiscal Approfondimento N. 38-2012
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