11 marzo 2020

Prova contraria società di comodo

Focus n. 31 - 2020

L'art. 30, comma 1, della Legge n. 724 del 1994 ha introdotto una presunzione legale relativa, in base alla quale una società si considera «non operativa» se la somma di ricavi, incrementi di rimanenze e altri proventi (esclusi quelli straordinari) imputati in conto economico è inferiore ai ricavi presunti, calcolati applicando determinati coefficienti percentuali al valore degli asset patrimoniali intestati alla società
(cd. «test di operatività»). Il comma 4-bis dello stesso art. 30 prevede comunque la possibilità di presentare istanza di interpello, al fine di chiedere la disapplicazione delle disposizioni antielusive, in presenza di situazioni oggettive, ossia non dipendenti da una scelta consapevole dell'imprenditore, che abbiano reso impossibile raggiungere il volume minimo di ricavi o di reddito. La normativa si limita
quindi a stabilire una semplice presunzione, superabile con la prova contraria, non potendo i giudici escludere poi, in contenzioso, la possibilità di presentazione di tale prova e dovendo comunque verificare, sulla base degli atti di causa, se la società contribuente potesse considerarsi operativa.
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