Nell’ultimo Tax Focus—svolto di recente—il dibattito si è aperto con una considerazione di respiro più ampio: se oggi è già possibile versare contributi utilizzando crediti fiscali, domani—chissà—potrebbe essere persino consentito “fare la spesa” con i crediti. Una suggestione che fotografa bene l’evoluzione del rapporto Fisco-contribuente. Ma il cuore dell’approfondimento riguarda un cambiamento già concreto: la riforma del sistema sanzionatorio e, in particolare, la possibilità di far operare insieme ravvedimento operoso e cumulo giuridico.
Secondo l’analisi proposta, questa novità—introdotta dal decreto di riforma dello scorso anno e operativa dal 2024 (violazioni commesse a partire dal 1° settembre di tale anno) —rappresenta una svolta pratica per chi assiste i contribuenti. In passato, la combinazione dei due istituti era preclusa: il cumulo giuridico poteva essere applicato solo dall’ufficio al momento dell’irrogazione delle sanzioni. Oggi, invece, il professionista può costruire ex ante un percorso unitario di regolarizzazione, innestando le riduzioni da ravvedimento operoso (articolo 13 del D.Lgs. 472/1997) su una sanzione “unificata” determinata in cumulo giuridico (articolo 12 del D.Lgs. 472/1997). Il risultato? Nella maggior parte dei casi, un carico sanzionatorio complessivo più basso rispetto al passato, con indubbio vantaggio per gli operatori economici/contribuenti.
Indice argomenti
- Premessa
- Il quadro normativo, in sintesi
- Come si calcola: dalla violazione più grave alle maggiorazioni
- Perché conviene nella prassi
- Implicazioni per la consulenza
- Conclusione e prospettive
- Ravvedimento operoso e cumulo giuridico – Casi pratici
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