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Il lavoro a tempo parziale verticale o ciclico presenta peculiari riflessi in ambito previdenziale. La normativa vigente stabilisce che i periodi di non lavoro compresi in un contratto di part-time ciclico sono pienamente riconoscibili ai fini del diritto alla pensione, a condizione che la contribuzione annua sia almeno pari al minimale stabilito. In caso contrario, l’accredito dei contributi viene proporzionato al rapporto tra retribuzione imponibile e minimale settimanale. Restano quindi distinti il profilo del diritto (anzianità contributiva) e quello della misura (quantificazione della prestazione), con oneri documentali in capo al lavoratore e specifici adempimenti dichiarativi a carico del datore di lavoro.
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