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Non è inusuale che l’INPS in fase di accertamento rilevi numerose posizioni irregolari dei propri iscritti, con il conseguente invio da parte dell’Istituto degli “avvisi di addebito”, che informa i trasgressori circa il mancato pagamento di somme dovute a qualunque titolo. Non tutti però sono a conoscenza delle tempistiche e procedure da seguire per evitare eventuali sanzioni e interessi, nonché l’esecuzione forzata. In particolare, per contestare e bloccare l’accertamento INPS, il contribuente può seguire sostanzialmente tre opzioni:
1. pagare quanto dovuto;
2. ricorrere in via amministrativa entro 90 giorni dalla notifica;
3. proporre un’azione giudiziaria entro 40 giorni dalla notifica.
Nel caso in cui non si rispetti uno dei suddetti punti, l’INPS procederà a notificare l’avviso di addebito; in mancanza di pagamento, entro 60 giorni dalla notifica, scatta l’esecuzione forzata da parte dell’AdR (Agente della Riscossione).
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