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Premessa - Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’interpello n. 30 del 19 novembre 2013, ha fornito utili chiarimenti in merito al criterio di computo dei rapporti di lavoro a tempo determinato. In particolare, è stato specificato che, ai fini della corretta determinazione della base di computo, occorre effettuare la somma di tutti i periodi di rapporto di lavoro a tempo determinato, svolti a favore del datore di lavoro nell’ultimo biennio e successivamente dividere il totale per 24 mesi. Il risultato così ottenuto consente di determinare il numero medio mensile dei lavoratori subordinati impiegati nell’arco di 24 mesi.
Il quesito - La Confindustria ha avanzato richiesta di interpello in merito al criterio da utilizzare per il computo dei rapporti di lavoro a tempo determinato, ai fini dell’applicazione di specifiche previsioni di legge. In particolare, è stata chiesta la corretta interpretazione:
Risposta MLPS - Ciò detto, il Ministero del Lavoro ritiene che, ai fini della corretta determinazione della base di computo, occorre effettuare la somma di tutti i periodi di rapporto di lavoro a tempo determinato, svolti a favore del datore di lavoro nell’ultimo biennio e successivamente dividere il totale per 24 mesi. Il risultato ottenuto, in particolare, consente di determinare il numero medio mensile dei lavoratori subordinati impiegati nell’arco di 24 mesi. Per esempio: se consideriamo due lavoratori a tempo determinato con rapporti di lavoro rispettivamente pari a 12 mesi per ciascuno nel corso degli ultimi due anni, si procederà a sommare la durata di ciascun rapporto (12 mesi + 12 mesi = 24 mesi ) per poi dividere tale risultato per 24 mesi (24/24 = 1 unità lavorativa). Quindi, il numero medio mensile dei lavoratori subordinati impiegati nell’arco di 24 mesi è pari a 1 unità.