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Premessa – Da qualche mese è pienamente operativa la procedura di dimissioni on-line prevista nel caso di dimissioni e risoluzioni consensuali dei rapporti di lavoro, sulla base della quale, qualora il prestatore volesse recedere dal rapporto stesso, dovrà compilare e trasmettere un apposito modulo telematicamente al Ministero del Lavoro, allo scopo di contrastare il fenomeno delle dimissioni in bianco.
La procedura telematica - Ma la procedura nel corso dei mesi ha dimostrato di avere dei punti di debolezza non indifferenti, e proprio per questo si rendono necessari dei chiarimenti del Ministero del Lavoro, che costantemente aggiorna le FAQ sul tema.
In particolare, si segnala che la procedura è destinata ad avere effetti per quella categoria di lavoratori che sono dipendenti dal settore privato, con l’eccezione quindi delle dimissioni riguardanti i lavoratori domestici, dipendenti pubblici, risoluzioni effettuate nelle sedi protette, o ancora che necessitano della procedura di convalida (lavoratrici madri o lavoratori padri, fino ai 3 anni del figlio), e finanche le dimissioni dei lavoratori in prova. Inoltre, per il corretto inoltro, il modello può essere inviato alternativamente:
Correttivo alle dimissioni se il dipendente non si “attiva” - Ma non solo abilitazione dei CdL, tra le richieste al vaglio, anche uno dei temi che più hanno creato malumori sul procedimento di dimissioni online: infatti, qualora il lavoratore rimanesse inerte e non effettuasse la procedura di dimissioni online, dovrebbe essere il datore di lavoro ad attivarsi con licenziamento, dovendo perciò pagare 500 euro all'anno per ciascun anno di servizio del lavoratore.
Licenziamento a seguito del quale, il lavoratore che non si è attivato con procedura on-line, potrà tranquillamente richiedere la NASpI, proprio sulla base del fatto che “sulla carta” è il datore di lavoro ad averlo licenziato.
Tale meccanismo – ha sottolineato Renzo La Costa, ispettore DTL di Bari presente alla tavola rotonda in questione – “non ha ragion di essere e in termini di costi grava su tutti i cittadini”.