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Premessa – Sburocratizzare e semplificare i contratti di apprendistato fino al 2015. È questo uno dei temi caldi affrontati la settimana scorso durante la quarta edizione del Festival del lavoro tenutosi a Fiuggi, e che sarà anche oggetto di discussione domani a Palazzo Chigi durante il Cdm. Infatti, il restyling costituirà una delle misure di semplificazione a costo zero che dovrebbe essere approvato nel c.d. “pacchetto lavoro”. A renderlo noto è lo stesso direttore generale del Ministero del Lavoro, Paolo Pennesi, il quale ha affermato che è allo studio “una norma che neutralizzi la formazione trasversale di questi contratti finché le Regioni non riusciranno ad omogeneizzarla su standard uguali per tutti”. Per farlo ci sarà tempo per altri due anni e mezzo, durante cui sarà la contrattazione collettiva a scrivere le regole. “Così – ha aggiunto Pennesi – non ci sarà più l'alibi della burocrazia regionale”.
Nodo decontribuzione – Altro tema caldo in materia di apprendistato su cui il MLPS sta pensando, anche se di difficile applicazione, è la decontribuzione totale degli apprendisti anche per le aziende più grandi, vale a dire sopra i 9 dipendenti. Al riguardo, ricordiamo che la Legge di Stabilità 2012 (L. n. 183/2012) ha concesso la possibilità per i datori di lavoro che occupano un numero di addetti pari o inferiore a 9, di poter assumere apprendisti senza pagare i contributi per i primi tre anni. Stiamo parlando, in particolare, dei contratti di apprendistato stipulati a partire dal 1° gennaio 2012 e sino al 31 dicembre 2016. Alcuni dubbi vanno sciolti anche in materia di stabilizzazione, ora al 30% fino al 2015. Secondo la presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, Marina Calderone, “l'intervento di semplificazione sulla formazione nell'apprendistato è una misura molto attesa”. “Oggi – ha sottolineato – c'è troppo frammentazione perché abbiamo 21 mercati del lavoro ed è difficile proporre a un'azienda di assumere un apprendista”.
Flessibilità in entrata – Il direttore generale del ministero del Lavoro, Paolo Pennesi, ha parlato anche di contratti a termine, ed in particolare dell’intervallo temporale che deve trascorrere tra un contratto e l’altro. In tal caso, l’idea è quella di allargare l'acausalità (vale a dire l’opportunità per le imprese di omettere le cause che giustificano l’instaurazione del rapporto di lavoro) fino a 18 mesi per gli under 29. Al riguardo, ricordiamo che l’ex ministro Fornero aveva concesso l’acausalità solo per il primo contratto di durata di 12 mesi (non prorogabile). Tuffo nel passato, invece, per lo stop&go dei contratti a termine, che passano nuovamente da 60-90 giorni a 10-20 giorni, lasciando alla contrattazione la possibilità di stabilire una pausa "zero".