Premessa – È stata finalmente pubblicata la tanto attesa “bozza” sulla riforma del lavoro attualmente in discussione tra il Governo e le parti sociali. Con il titolo “Linee di intervento sulla disciplina delle tipologie contrattuali”, il documento si compone di 5 pg. ed è articolato in nove punti, in cui vengono spiegate per sommi capi le principali linee di intervento. Tutto ciò al fine di rendere più dinamico il mercato del lavoro, soprattutto a vantaggio dei giovani, contrastando al contempo il fenomeno della precarizzazione della forza lavoro. Illustriamo, dunque, i principali ambiti di intervento.
Contratto a tempo determinato - L’obiettivo primario è quello di disincentivare l’abuso del contratto a tempo determinato mediante un aumento dei costi contributivi, che peraltro potranno essere recuperati qualora il datore di lavoro assume il lavoratore con contratto a tempo indeterminato operando un “premio di stabilizzazione”. Inoltre, anche i contratti a termine verranno limitati, in quanto verrà resa più rigida la disciplina del rinnovo contrattuale, tramite l’aumento dell’intervallo temporale che deve esservi tra la scadenza di un contratto e la stipulazione di quello successivo. Nel caso in cui il contratto a termine sia dichiarato illegittimo, sarà riconosciuto al lavoratore un’indennità compreso tra il 2,5 e 12 mensilità retributive.
Apprendistato – Come più volte affermato, l’apprendistato sarà considerato il contratto dominante per l’accesso di giovani nel mondo del lavoro, dove le Regioni e parti sociali saranno chiamati a promuoverne l’implementazione entro il termine del 25 aprile 2012. Al riguardo, saranno inserite alcune novità di mera “pulizia” rispetto al recente D.Lgs. 167/2011, ossia: affinché l’impresa possa assumere un apprendista deve garantire una certa percentuale di conferme in servizio nel passato recente; scompare l’ambigua figura del referente aziendale con l’introduzione obbligatoria del tutore; sarà prevista una durata minima dell’apprendistato.
Contratti a tempo parziale e intermittente – Al fine di scoraggiare un utilizzo distorto del contratto part-time, il Governo ha intenzione di introdurre l’obbligo di comunicare al lavoratore eventuali variazioni di orario di clausole elastiche o flessibili nell’ambito del part-time verticale o misto. Mentre per il lavoro intermittente saranno previste delle comunicazioni amministrative più snelle (come il messaggio telefonico).
Collaborazioni a progetto – Anche qui saranno previsti alcuni disincentivi normativi e contributivi, al fine di ridurre l’utilizzo della collaborazione a progetto. In particolare, sarà formulata una definizione più stringente del “progetto”, che non può consistere in una mera riproposizione dell’oggetto sociale dell’impresa committente. Inoltre, sarà abolito il fuorviante concetto di “programma” e introdotta una presunzione relativa in merito al carattere subordinato della collaborazione quando l’attività del collaboratore a progetto sia analoga a quella svolta, nell’ambito dell’impresa, da lavoratori dipendenti. Sul versante contributivo invece, si pensa all’introduzione di un incremento dell’aliquota contributiva prevista a favore della Gestione separata INPS, così da proseguire il percorso di avvicinamento alle aliquote previste per il lavoro dipendente.
Partite IVA – Altra novità riguarda il contrasto all’abuso del ricorso a collaborazioni professionali con titolarità di partita IVA. Infatti, scatterà obbligatoriamente il contratto di lavoro subordinato qualora ricorrono tre condizioni: che la durata del rapporto superi 6 mesi in un anno; che il collaboratore ricavi più del 75% dei corrispettivi; che il collaboratore fruisca di una postazione presso il committente. Tutto ciò al fine di evitare false partite IVA. È inoltre allo studio una revisione e razionalizzazione dei requisiti e modalità per l’apertura della partita IVA.
Associazione in partecipazione – La “bonifica” del fenomeno è proposta attraverso l’introduzione del numero massimo di associati di lavoro (o di capitale e lavoro). Tra l’altro, è previsto anche un incremento dell’aliquota contributiva per la Gestione separata INPS, nella stessa misura della collaborazione a progetto.
Lavoro accessorio –Infine, si restringe il regime operativo ed orario dei buoni lavoro per introdurre modalità più snelle di comunicazione dell’inizio di attività.
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