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Capita sovente che calciatori o tecnici rinunciano a stipendi già maturati e non ancora corrisposti al fine di svincolarsi e accasarsi con altri club più prestigiosi e redditizi. Ma in tale pratica sorge un problema di non poco conto che è quello dei versamenti contributivi da parte delle società: vanno corrisposti anche se il calciatore o tecnico ha cambiato squadra?
A fornire una risposta precisa e senza margini di interpretazione è direttamente intervenuto il Ministero del Lavoro il quale, con l’Interpello n. 26/2015, ha precisato che l’obbligo dei versamenti contributivi sussiste indipendentemente dalla circostanza che siano stati in tutto o in parte soddisfatti gli obblighi retributivi nei confronti del lavoratore, ovvero che quest’ultimo abbia rinunciato ai suoi diritti, in quanto l’Istituto, titolare del diritto di credito contributivo, non può in alcun modo essere pregiudicato da atti dispositivi di terzi, quali nella specie i lavoratori.
Non si scappa quindi agli obblighi imposti dall’ex Enpals: i contributi si versano anche se i calciatori o tecnici rinunciano allo stipendio. E c’è di più. Le società sportive sono tenute a versare, altresì, un ulteriore contributo al Fondo di accantonamento dell’indennità di fine carriera, calcolato sullo stipendio annuo lordo del calciatore.
(prezzi IVA esclusa)