4 giugno 2015

Tfr in busta paga: un vero fiasco

Su un campione di 1 milione di lavoratori, neanche l’1% ha optato per il Tfr in busta paga

Autore: Redazione Fiscal Focus
A circa due mesi dall’entrata in vigore del Tfr in busta paga, i lavoratori che hanno scelto di presentare il modello Qu.I.R. ai datori di lavoro per vedersi corrispondere mensilmente il trattamento sono veramente pochissimi. Infatti, su un campione di 1 milione di lavoratori, solo 567 (ossia lo 0,0567%) hanno deciso di anticipare tale somma. A rilevarlo è l’Osservatorio della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro, che nei giorni scorsi ha elaborato gli stipendi di circa 7 milioni di dipendenti del mese di maggio 2015. In questa prima fase, però, sono stati analizzati solamente i dati delle grandi aziende, che mediamente occupano più di 500 dipendenti. Mentre nei prossimi giorni l’analisi si sposterà sulle micro imprese.

Un risultato che non stupisce e che conferma ciò che i Consulenti del Lavoro avevano già previsto, come ha sottolineato la Presidente del Consiglio Nazionale dell'Ordine, Marina Calderone: "Questo insuccesso è l'ennesima dimostrazione che la politica ha spesso la percezione delle esigenze del mondo del lavoro ma non è in stretto contatto con chi parla tutti i giorni con lavoratori e imprese".

Tfr in busta paga – L’erogazione del Tfr in busta paga è disciplinato dal DPCM 20 febbraio 2015, n. 29, che attua quanto previsto all’art. 1, c. 26-34 dalla Legge di Stabilità 2015 (L. n. 190/2014). Tale norma, accanto alla possibilità di poter destinare il TFR in un fondo di previdenza complementare oppure mantenerlo semplicemente in azienda per fruirne in caso di interruzione del rapporto di lavoro, concede la facoltà di poter anticipare il proprio trattamento di fine rapporto mensilmente in busta paga.
La misura, introdotta in via sperimentale, è operativa dal 3 aprile 2015 (data di entrata in vigore del Dpcm n. 29/2015) fino al 30 giugno 2018 (con prima liquidazione prevista per il mese di maggio 2015). Mentre il TFR maturando, cioè quello che va in busta paga, dipende dal momento in cui si fa la scelta. Quindi, niente da fare per il TFR maturato prima del mese di maggio 2015, il quale non potrà essere monetizzato e dovrà essere lasciato in azienda oppure destinato in un fondo di previdenza complementare.
Altro fattore da tenere in considerazione riguarda l’irrevocabilità della scelta; infatti, se effettuata, resterà operativa fino al 30 giugno 2018.

Identikit dei lavoratori richiedenti - L'identikit dei (pochi) lavoratori che hanno richiesto il Tfr in busta paga è il seguente: il 75% si trova al centro Nord, il 25% al Sud. Il 43% appartiene al settore del commercio, del terziario e del turismo, il 18% all'industria e il 12% all'artigianato. Per quanto riguarda le fasce di reddito dei richiedenti, il 25% ha un reddito fino a 20 mila euro, il 50% fino a 30mila euro, il 18,75% fino a 40mila euro e infine solo il 6,25% oltre i 40mila euro.
Dei 567 lavoratori, solo il 10% ha deciso di anticipare il Tfr togliendo da un fondo pensione integrativo, negli altri casi il TFR era destinato all’INPS poiché dipendenti di aziende con più di 50 dipendenti.

I motivi – Come era stato ampiamente prospettato, il motivo di questo insuccesso è legato principalmente alla tassazione che si applica alla somma anticipata, cioè quella ordinaria anziché separata, trovandosi così nell’assurda situazione di dover pagare tasse maggiori su trattamenti economici che spettano di diritto al lavoratore. Tuttavia, c’è anche una piccola parte (il 20%) che sostiene di non aver ancora adeguatamente valutato la possibilità di accedere alla liquidazione anticipata della Qu.I.R.

I CdL – La situazione creatosi è stata ampiamente preventivata da parte dei CdL i quali, nonostante abbiano apprezzato la bontà del provvedimento, hanno avanzato forti dubbi circa la struttura tecnica del meccanismo di anticipo, in quanto la tassazione applicata a questa misura ne ha determinato il suo insuccesso fino ad oggi.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy