29 gennaio 2022

Basta!

Autore: Direttore Antonio Gigliotti
Cari amici,
la vicenda della commercialista torinese di 37 anni suicida al nono mese di gravidanza e secondo gli investigatori oberata dall’eccessiva mole di adempimenti fiscali non può che scuoterci nel profondo. Ed è inutile tentare di girarci intorno con vari psicologismi.

Chi fa la nostra professione lo sa: quella della nostra collega è una morte che pesa sulle spalle della politica e della burocrazia.

Ed è significativo che questo suicidio sia avvenuto proprio quando la stessa politica sia alle prese con l’Italia’s Got Talent delle quirinarie, dimostrando per l’ennesima volta il profondo scollamento tra il Paese reale e la classe dirigente.

Più volte su questo quotidiano è stato segnalato come sulla semplificazione abbiamo assistito ad un nulla di fatto che ci ha portato a pensare molto ragionevolmente che questi temi vengano usati dalla politica solo quando si possono trasformare in un teatrino mediatico utile ai sondaggi del momento, ma niente di più.

Abbiamo anche scritto, proprio pochi giorni fa, che in Italia non sono bastate quattro leggi per far valere un solo principio.

Ciò che colpisce della prematura scomparsa della nostra collega e che dovrebbe portare molti a riflettere, oltre ai modi ed alle circostanze, è relativo al fatto che nel momento più tragico della propria vita ha pensato di lasciare dei bigliettini ai colleghi sulle prossime scadenze fiscali.

Ad inizio gennaio, avevamo contato 1849 adempimenti fiscali tra comunicazioni, versamenti ed istanze calendarizzate sul sito dell'Agenzia delle Entrate nell'anno 2021. Un vero e proprio stillicidio di scadenze e di pratiche che ci hanno portato ad elaborare una proposta di riforma del calendario fiscale di cui un solo Parlamentare su mille si è fatto carico attraverso una puntuale interrogazione depositata alla Camera.

E questo la dice lunga sulla volontà della politica di spendersi per le cose che contano e che hanno a che fare con la vita reale delle persone.

Appena qualche mese fa, come Centro Studi Fiscal Focus, eravamo rimasti scossi dalla prematura scomparsa della nostra collega palermitana Anna Imbrunce’, deceduta per un tumore dopo avere lavorato sino all’ultimo giorno di vita nello studio del marito con una flebo al braccio.

E ci siamo spesi affinché venisse tutelata la malattia dei professionisti dopo le numerosissime segnalazioni ricevute, organizzando una raccolta fondi proprio per la piccola Giorgia, che aveva dovuto lasciare l’università per prendersi cura della madre.

Una iniziativa che ha colpito e toccato il cuore numerosissimi colleghi, tanto da renderci capaci di donare a Giorgia quarantamila euro per tornare a studiare.

Un' iniziativa che non passò inosservata e si rivelò fondamentale per accelerare l’iter legislativo al fine di trovare le coperture necessarie per il riconoscimento della malattia dei professionisti, grazie ad un emendamento approvato nella legge di Bilancio 2022 e che ora consente proprio ai professionisti di posticipare le scadenze fiscali dei propri clienti evitando sanzioni in caso di comprovata malattia.

Tuttavia, tale emendamento (seppure di portata storica) non include alcuna copertura per tutelare la gravidanza delle nostre colleghe, come se il legislatore fosse stato rapito da un retaggio patriarcale che non vuole riconoscere alla donna la stessa dignità dell’uomo.

Eppure, al Centro Studi Fiscal Focus erano arrivate anche numerosissime segnalazioni della condizione di precarietà con cui moltissime professioniste non dipendenti sono costrette a vivere i mesi della gravidanza con una mole di lavoro che è aumentata costantemente e spropositatamente negli anni. Alcune delle loro storie sono state anche divulgate attraverso la stampa nazionale, ma a quanto pare il grido di queste madri è rimasto lettera morta.

Allora, cari colleghi è forse arrivato il momento per dire BASTA!

BASTA essere costretti a piangere morti sul lavoro che potevano essere evitate.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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