20 maggio 2023

Calendario fiscale senza alchimia. Scadenze imminenti

Autore: Paolo Iaccarino
Il disegno di legge delega al Governo per la riforma del sistema fiscale si propone di intervenire in due distinti ambiti che potrebbero cambiare davvero la vita dei contribuenti e, soprattutto, l’attività dei professionisti che li assistono. Il testo in corso di esame alla Camera dei Deputati prevede l’armonizzazione dei termini per adempimenti e versamenti tributari, con particolare riferimento al mese di agosto, e la sospensione, sempre per tutto il mese di agosto, dell’invio da parte dell’Amministrazione finanziaria di comunicazioni, inviti e richieste di documenti.

Le misure citate hanno un fattore in comune: il tempo. Quello che viene sottratto ai commercialisti per l’espletamento di una miriade di attività, non a proprio vantaggio, ma strettamente funzionali alle esigenze dell’Amministrazione finanziaria. Lo stesso che, alla conta, manca quando siamo chiamati ad eseguire il principale adempimento che genericamente dovrebbe contraddistinguere i commercialisti, ovvero le dichiarazioni dei redditi. Paradossalmente, mentre nel tempo sono cresciute a dismisura le istruzioni e le complessità dei modelli dichiarativi, sempre meno è il tempo che i commercialisti vi possono serenamente dedicare.

È lampante, pertanto, la necessità di intervenire tempestivamente sul calendario fiscale e, in un certo senso, la legge delega per la riforma sembra farsene carico. Un intento lodevole che, tuttavia, certamente non potrà interessare le scadenze connesse al modello Redditi 2023. Con un’aggravante. A differenza dell’anno precedente, il calendario 2023 non ci regala l’alchimia che consentì l’automatico differimento al 22 agosto 2022, senza la necessità di un provvedimento normativo. Il 30 giugno 2023, prima chiamata per il versamento delle imposte sui redditi, cade di venerdì, mentre il trentesimo giorno successivo, termine entro il quale è possibile versare le somme dovute con una maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo, cade di domenica, regalandoci un solo giorno in più per le elaborazioni e i conseguenti versamenti.

Sotto questo punto di vista, esasperati, non possiamo attendere oltre, che la riforma entri in vigore con l’approvazione dei decreti legislativi attuativi. È necessario che, speriamo per l’ultima volta, venga disposto il differimento, di venti giorni, dei termini riguardanti gli adempimenti dei contribuenti relativi a imposte e contributi, ai sensi dell'articolo 12, comma 5, del Decreto Legislativo 9 luglio 1997, n. 241. In attesa di vedere le imposte scadere finalmente nel mese di settembre, e godere anche noi professionisti di un calendario fiscale sostenibile, è necessario iniziare a parlarne.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
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