24 giugno 2023
Migranti

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Commedia in due atti

Autore: Ester Annetta
Atto I - Venerdì 9 giugno, dal “Forum in Masseria” cui sta partecipando a Manduria, il Ministro della Difesa annuncia una notizia sbalorditiva: "Le forze speciali italiane, di stanza a Brindisi, stanno liberando una nave turca con 22 persone di equipaggio sequestrata da circa 15 migranti che erano a bordo dell'imbarcazione al largo di Napoli".

Più tardi, lo stesso giorno, intervistato da Bruno Vespa, il Ministro precisa: "Sui dirottatori si sa che sono dei clandestini saliti a bordo di una nave turca e usando armi, tipo pugnali ma non siamo ancora riusciti a catturarli per cui non ne siamo certi, si sono impossessati della nave. È dovuto intervenire il battaglione San Marco. La nave adesso è stata recuperata ma non ancora messa in sicurezza perché quelli che l'avevano occupata sono chiusi dentro".

La nave in questione è il mercantile turco Galata Seaways, partito dal porto di Topcular, in Turchia, e diretto in Francia allo scalo portuale di Sete dove l'arrivo è previsto per il 10 giugno. All'altezza del golfo di Napoli, la rotta della nave subisce una netta deviazione dal percorso previsto, giacché il comandante lancia l’allarme e chiede l'intervento dei soccorsi.

L’operazione antipirateria è pronta e immediata: Guardia di Finanza e Capitaneria pattugliano il tratto di mare dov’è ferma la nave per garantire la sicurezza mentre il Battaglione San Marco, coadiuvato da due elicotteri e supportato da due navi militari - la Gregoretti e la Montecimone – irrompe sull’imbarcazione per catturare i pirati assalitori. Sono 15 in tutto, tre dei quali armati di coltelli e taglierini; due, invece, sono donne e una è anche incinta.

La scena dei dirottatori inginocchiati sul ponte di fronte ai militari con i mitra puntati è surreale. È chiaro dal primo momento che si tratta di poveri disperati, deboli e malridotti, incapaci di mettere in atto qualunque azione di forza o di resistenza.

Sono spaventati e inermi. Totalmente innocui.

Atto II - Passa un giorno e dalla Procura di Napoli arrivano le prime smentite: nessun dirottamento, nessuna aggressione e nemmeno alcun sequestro di membri dell’equipaggio, come invece il megafono mediatico ha riportato. La narrazione è tutt’altra; la Procura la ricava incrociando le testimonianze dei presunti pirati-dirottatori-assalitori con i video delle telecamere di bordo e con le versioni di altri presenti. La pericolosa azione sventata non è altro che l’ennesima storia di disperazione, l’ennesimo dramma di migranti – una manciata, stavolta – che hanno tentato di raggiungere uno spicchio d’Europa (e la libertà), da clandestini, nel ventre della nave. Per paura d’essere rimpatriati quando qualcuno dell’equipaggio li ha scoperti, si sono quindi nascosti a bordo di un camion caricato in stiva. I coltelli e il taglierino sono serviti soltanto per squarciarne il telo di copertura e prendere aria, niente di più.

Tecnicamente il comandante della nave ha seguito una procedura corretta: appresa la presenza a bordo di persone non registrate e armate, ha attivato il protocollo d’emergenza, chiudendo l’equipaggio nella cabina blindata e lanciando l’SOS che, raccolto dalla Marina italiana, ha fatto scattare l’intervento dei reparti speciali.

Il punto è che al disinnesco dell’allarme – rapido al punto che la Galata Seaways è potuta ripartire già l’indomani senza che nessun arresto venisse disposto a carico dei 15 fermati – non è seguita la stessa eco del suo innesco.

Gli stessi organi di stampa e i vari altri canali che avevano letteralmente rimbalzato la notizia iniziale, infarcendola di dettagli non verificati ed amplificandola a dismisura, hanno lasciato che il seguito, l’epilogo che tanto sapeva di ‘figuraccia’, fosse stemperato.

La notizia stessa si è, infine, invisibilizzata: finché quei 15 disperati hanno mantenuto l’etichetta di pirati- dirottatori-aggressori, sono stati lasciati sul banco degli imputati, esposti al linciaggio mediatico. Quando, poi, hanno riacquistato la loro esatta connotazione di profughi-disperati, sono scomparsi da ogni commento e considerazione. Come sempre.

Qual è il senso di questa narrazione? - Si è ventilata l’ipotesi che sia stata messa in scena una farsa da parte del comandante della Galata Seaways una volta scoperto il carico di clandestini, per impedire che il suo viaggio fosse diversamente “dirottato”. Difatti, se avesse proseguito la rotta verso la sua destinazione, probabilmente sarebbe stato rimandato indietro o, di certo, non gli sarebbe stato consentito l’attracco per via della presenza dei migranti a bordo.

Avrebbe dunque inscenato ad arte l’escamotage del dirottamento nelle vicinanze della costa italiana proprio per far sì che l’intervento prescritto dal protocollo liberasse la sua nave da quel carico fastidioso, consentendole di raggiungere la sua destinazione finale. Così l’Italia, ob torto collo, si sarebbe fatta carico di altri migranti.

Ora, lasciando da parte una ricostruzione così ardita (su cui, tuttavia, qualche margine di dubbio è bene che resti), c’è un’altra considerazione ben più evidente – quasi lampante – che non può omettersi: non è “bizzarro” che l’intervento contro ‘migranti A’, ossia pirati- dirottatori-aggressori, sia stato così immediato, mentre altrettanto evidenti sono stati i ritardi e le omissioni quando si è trattato di soccorrere ‘migranti B’, ossia profughi-disperati?

Senza dover nemmeno andare indietro nel tempo, alla pietosa ed eclatante vicenda di Cutro, un’altra simile è accaduta - proprio in contemporanea al presunto dirottamento – al largo delle coste greche. Anche stavolta le segnalazioni sono rimaste inascoltate e i soccorsi hanno tardato ad arrivare. Infine, la Guardia Costiera ha provato con una misera fune a trainare il peschereccio alla deriva, senza alcuna perizia di calcolo di inclinazioni, pesi e contrappesi.

Nessun reparto speciale, nessun elicottero, nessuna nave d’appoggio.

Un carico di disperazione di 750 anime è così colato a picco e il numero dei morti resta ancora imprecisato.

Su tutto questo, allora, la riflessione serve che sia più immediata.
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata

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