18 luglio 2025

Lavoro e invecchiamento, l’Italia nella morsa dell’inverno demografico

La forza lavoro italiana invecchia rapidamente: crescono gli over 50, calano i giovani e aumentano i pensionati attivi. Contratti pirata e mancanza di ricambio generazionale aggravano la crisi occupazionale

Autore: Lucia Giampà
Il mercato del lavoro italiano sta vivendo una trasformazione silenziosa ma profonda: l’invecchiamento degli occupati è sempre più evidente, spinto da fattori demografici, previdenziali e contrattuali.

Secondo un’analisi di Confesercenti basata su dati INPS, Istat e delle Camere di commercio, nel 2024 l’età media dei lavoratori ha raggiunto i 44,2 anni, oltre due in più rispetto al 2019. Un trend che riflette il calo dei giovani nella forza lavoro e l’aumento degli over 50, compresi oltre un milione di pensionati rientrati nel mercato, cresciuti di 76mila unità in cinque anni.

Invecchiamento della forza lavoro

La fascia d’età più anziana si concentra al Centro Italia (media di 44,6 anni), seguita dal Nord (44,4) e dal Sud, che rimane l’area con la popolazione lavorativa più giovane (43,8 anni). Tuttavia, l’invecchiamento degli occupati avanza più rapidamente rispetto a quello della popolazione generale, segno che le dinamiche del mercato del lavoro accentuano squilibri già presenti.

Dal 2004 al 2024, l’occupazione è cresciuta di oltre 1,6 milioni di unità. Ma il dato aggregato nasconde un preoccupante squilibrio: si contano oltre 2 milioni di giovani (15-34 anni) in meno e quasi un milione in meno tra i 35 e i 49 anni, compensati dall’ingresso di circa 5 milioni di over 50. Questo squilibrio anagrafico sta cambiando la fisionomia della forza lavoro italiana, sempre più matura, con una quota crescente di lavoratori già pensionati, soprattutto autonomi, professionisti e 360mila dipendenti.

Anche l’imprenditoria non è immune al fenomeno: l’età media degli imprenditori è passata da 51,1 anni nel 2019 a 51,9 nel 2024. Regioni come Umbria, Toscana e Liguria registrano gli aumenti più marcati, mentre la Lombardia resta la più giovane (49,2 anni). Il ricambio generazionale resta una criticità centrale per il futuro produttivo del Paese.

Impoverimento del lavoro

A complicare il quadro, l’impoverimento del lavoro, favorito dall’inflazione, dal carico fiscale e dalla diffusione dei contratti “pirata”, meno tutelanti e spesso al di sotto degli standard dei contratti collettivi rappresentativi. Oltre 800mila lavoratori, soprattutto nei settori del terziario e del turismo, ne sarebbero coinvolti, con effetti negativi su tutele, previdenza e assistenza.

La proposta di Confesercenti

Per il presidente di Confesercenti, Nico Gronchi, “inverno demografico e dumping contrattuale sono due micce accese che rischiano di far deflagrare il mondo dell’occupazione”. Tra le proposte per invertire la rotta: incentivi per l’assunzione di under 35, vantaggi fiscali per le imprese giovanili e una decisa valorizzazione della contrattazione collettiva di qualità, con detassazione delle mensilità aggiuntive. Obiettivi: rafforzare il potere d’acquisto, rendere il lavoro più attrattivo e stimolare una ripresa sostenibile.
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