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Dai dati pubblicati dall’Istat, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), nel mese di maggio, non registri nessuna variazione su base mensile, mentre su base annua aumenta dell’1,3% (dal +1,1% del mese precedente), confermando, dunque, la stima preliminare.
L’accelerazione tendenziale dell’inflazione dipende dai prezzi dei beni energetici, i quali aumentano dal +9,8% di aprile al +13,8%, a causa dei prezzi della componente non regolamentata (che passano da +6,6% a +12,6%). I prezzi della componente regolamentata, invece, registrano un forte aumento, ma stabile (+16,8% come nel mese di aprile). In tale scenario, il fattore positivo risulta essere la frenata dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona, la cui crescita si azzera rispetto al mese di aprile in cui era pari al +0,7%.
L’inflazione di fondo, in relazione agli energetici e agli elementi freschi calano lievemente, assestandosi a +0,2% rispetto al +0,3% del mese di aprile.
La variazione congiunturale nulla dell’indice generale dipende da due dinamiche opposte:
In riferimento all’indice ammortizzato dei prezzi al consumo (IPCA) registra un calo dello 0,1% su base mensile (la stima preliminare era di una variazione nulla), mentre su base annua aumenta dell’1,2% (da +1,0% del mese precedente), la stima preliminare era +1,3%.
In conclusione, si rende noto che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un calo dello 0,1% su base mensile e un aumento dell’1,3% su base annua.