31 maggio 2021

Le istituzioni siamo noi stessi: le parole di Sergio Mattarella

La data della Festa della Repubblica è sempre più vicina, l’imminente 2 giugno segnerà i 75 anni della Repubblica italiana e il Presidente Sergio Mattarella si espone invitando tutti a riflettere sul passato ma soprattutto sul futuro del nostro Paese.

Il Presidente della Repubblica si è trovato nella posizione di dover rispondere a domande poste da ragazzi in giovane età, e questa, per lui, è stata occasione di riflessione su diversi aspetti della nostra società: il futuro, la parità di genere, il contesto europeo, e la partecipazione al cambiamento.

Le critiche possono essere costruttive, possono aiutarci a migliorare giorno per giorno ma non devono essere motivo di speranza persa per il futuro. È errato alludere al pensiero che le situazioni attuali non avranno prospettive rosee, non bisogna mai convincere i più piccoli di questa idea, bisogna crescerli catapultandoli nella speranza di un futuro migliore incitandoli ad essere loro i primi motori del cambiamento.

Le parole del Presidente non si fermano al pensiero suesposto, ma continuano ad affermare che l’errore consiste nel pensare che tutto sia sbagliato sol perché quello che c’è oggi è diverso da quello che c’era ieri. In un periodo di cambiamenti, come quello attuale, bisogna essere protagonisti degli eventi e del cambiamento, e diventa importante non cadere nella negazione o sottovalutazione dei tanti progressi che sono stati fatti fino ad oggi.

Le istituzioni siamo noi stessi, la loro tutela nei nostri confronti è un fattore essenziale per la società, è ciò che ci permette di vivere in quella che viene definita sicurezza sociale, ma questo non significa dimenticarsi di ciò che noi in prima persona possiamo fare per la società stessa.

Tra le varie domande e le vari afflizioni che caratterizzano l’espressione dei giovani curiosi di sapere, vi sono due temi molto particolari: il rischio dei conflitti e la parità di genere.

Il Capo dello Stato italiano conosce bene questi due argomenti e le sue risposte sono state coerenti con la realtà attuale, il rischio di un conflitto permane ma può non essere più un rischio diventando reale nel momento in cui la pace non viene più costruita giorno per giorno, essa, infatti, deve essere presente nei comportamenti concreti della quotidianità.

Sarà la prossima generazione a vedere finalmente concretizzata la parità di genere? Questo non possiamo saperlo, ma le parole del Presidente descrivono un percorso ancora in salita pur sostenuto da una Legge italiana piena di parità di diritti tra donne e uomini. Dal 1948 sono stati fatti progressi in questo ambito, le donne sono riuscite ad avere spazio nel lavoro e nella società, ma per raggiungere quell’effettiva parità bisogna ancora rimuovere tutti quegli ostacoli che lo impediscono, la strada è lunga ma con i dovuti strumenti questo non sarà impossibile.
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