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Secondo lo studio del Cesisp dell’Università di Milano-Bicocca, presentato alla presenza del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e del presidente di Arera Stefano Besseghini, l’introduzione del metodo tariffario rifiuti da parte dell’autorità di regolazione Arera nel 2020 ha prodotto risultati concreti. Vediamoli nel dettaglio.
Introdotto nel 2020, il metodo tariffario per i rifiuti urbani ha segnato una svolta nella regolazione del settore, puntando su maggiore trasparenza, efficienza e omogeneità tra le diverse aree del Paese:
L’analisi condotta su un campione di 5.000 comuni dimostra che se tutte le regioni operassero con l’efficienza delle aree più virtuose (come il Triveneto), si potrebbero ottenere risparmi annuali pari a 322 milioni di euro, suddivisi in:
Un altro punto chiave riguarda la Tari puntuale, cioè la tariffa basata sulla quantità reale di rifiuti indifferenziati prodotti da ogni utenza. Lo studio rileva che:
Tra le sfide future, lo studio indica la valorizzazione dei materiali ottenuti dal riciclo come elemento strategico per ridurre ulteriormente i costi e migliorare la sostenibilità ambientale.
Secondo il presidente Arera, Stefano Besseghini, “la creazione di mercati forward per le “materie prime seconde” potrebbe aiutare a sviluppare un’economia circolare più solida e stabile.”