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Il Consiglio nazionale dei commercialisti e la Fondazione nazionale ricerca hanno pubblicato il 17 settembre 2025 il documento “Le aggregazioni di società a partecipazione pubblica”. L’iniziativa rientra nell’area di delega “Contabilità e revisione degli enti locali e delle società a partecipazione pubblica”.
Il lavoro fotografa un fenomeno sempre più frequente: fondere e integrare le partecipate per superare la frammentazione delle gestioni dei servizi pubblici locali (spinta dal d.lgs. 201/2022) e, insieme, attuare la razionalizzazione richiesta dal d.lgs. 175/2016 (Tusp e s.m.i.). Il paper mette però in luce le aree d’ombra e avanza proposte normative e interpretative.
Il testo parte da una rassegna dell’impianto normativo e chiarisce perché le aggregazioni siano oggi uno strumento chiave: permettono di concentrare competenze, investimenti e governance per migliorare qualità ed efficienza dei servizi, allineandosi agli obiettivi del decreto di riordino dei servizi pubblici locali (d.lgs. 201/2022) e del Testo unico sulle partecipazioni (d.lgs. 175/2016).
La tesi centrale è che l’orientamento favorevole del legislatore e la convenienza strategica per gli enti non trovano, sul piano operativo, un contesto sufficientemente coerente e abilitante.
Nell’introduzione si legge infatti che il “favor” per i processi aggregativi non è adeguatamente supportato da regole chiare e unitarie. Serve un quadro che valuti le scelte nel medio-lungo periodo, misuri gli effetti industriali e sociali delle operazioni e accompagni gli enti lungo un iter istruttorio più snello e prevedibile.
Le aggregazioni passano attraverso operazioni societarie straordinarie (fusioni, scissioni, conferimenti, aumenti di capitale) che trovano la loro disciplina naturale nel Codice civile; manca invece un necessario riscontro puntuale nel Tusp, nel decreto di riordino o nelle discipline settoriali. Questo vuoto ha prodotto interpretazioni amministrative che spesso rendono i percorsi complessi o incerti. A ciò si aggiunge una normativa vincolistica – pensata per finalità diverse – che allunga i tempi proprio dove occorrerebbe accelerare.
Da qui le richieste avanzate nel documento:
L’obiettivo è trasformare un orientamento “pro-aggregazioni” in cantieri reali, capaci di ridurre il numero delle società, migliorare le performance dei servizi pubblici locali e dare certezza a amministrazioni, gestori e cittadini.