21 novembre 2018

AIDC su Pace Fiscale: "D.L. 119/2018 in palese antitesi ai principi dettati dallo Statuto dei diritti del contribuente"

Per l'Associazione Italiana Dottori Commercialisti il Decreto introduce misure comportanti una ineludibile difformità di trattamento tra i contribuenti, privilegiando i meno 'virtuosi'

Comunicato stampa

"Il D.L. 119/2018, lungi dal raggiungere il dichiarato obiettivo della pace fiscale, si sta caratterizzando per una palese antitesi ai principi dettati dallo Statuto dei diritti del contribuente. In assenza di urgenti correttivi, il decreto introduce misure comportanti una ineludibile difformità di trattamento tra i contribuenti, privilegiando, purtroppo, i meno 'virtuosi'". E' questa la posizione dell'Associazione Italiana Dottori Commercialisti (AIDC) sul decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio recante “Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria”.

"Il Decreto legge continua a connotarsi per profonde contraddizioni di fondo, che potrebbero alimentare, invece di deflazionare, liti ben più che solo potenziali. I rumors in merito al mancato inserimento in sede di conversione in legge degli emendamenti, che avrebbero consentito di pervenire ad una migliore equità del decreto, contribuiscono ad evidenziare lo squilibrio dello strumento. Non introdurre l’estensione della definizione agevolata, e dunque l’eliminazione delle sanzioni, alle comunicazioni di irregolarità, già emesse ed in corso di pagamento, finisce infatti per penalizzare proprio quanti abbiano inteso adire all’invito dell’amministrazione finanziaria, senza attendere che il debito fosse iscritto a ruolo, disattendendo peraltro in questo modo quella 'compliance' di cui il legislatore tanto si è annunciato promotore".

Per l'AIDC "la normazione per proclami è un ulteriore sintomo dello stato di confusione che regna ormai sovrano e che va sempre più sostituendosi all’agognato stato di diritto. La disinformazione in merito agli adempimenti connessi alla fatturazione elettronica ne è un altro esempio, facendo ricadere sui dottori commercialisti anche l’onere di istruire adeguatamente i contribuenti, per sopperire ad una amministrazione pubblica, non solo lacunosa, ma anche svalutativa del ruolo di questa categoria”.

“Non può essere sfuggita, infatti, l’estensione - questa volta attuata - della funzione di intermediari incaricati dell’invio delle deleghe massive per le fatture elettroniche a nuove figure, prive di titoli, di formazione professionale e di garanzie verso il contribuente in merito al loro operato. Qual è il motivo per cui il Governo, il Legislatore e la pubblica amministrazione si mostrano sordi alle proposte dei dottori commercialisti?", si chiede l'AIDC. "Proposte formulate per altro non nel proprio interesse, ma in quello del comparto economico del Paese. Equità delle misure fiscali, rispetto del principio costituzionale di contribuzione, rilancio dell’economia interna ed esterna al mercato nazionale non possono essere delle priorità solo per i dottori commercialisti".
 © Informati S.r.l. – Riproduzione Riservata
Iscriviti alla newsletter
Fiscal Focus Today

Rimani aggiornato!

Iscriviti gratuitamente alla nostra newsletter, e ricevi quotidianamente le notizie che la redazione ha preparato per te.

Per favore, inserisci un indirizzo email valido
Per proseguire è necessario accettare la privacy policy